sabato 15 marzo 2014

CARAIBI Repubblica Dominicana: un progetto lussuoso, eco-friendly e socialmente utile - Un'eccellenza del made in Italy che sta per diventare qualcosa di davvero unico ITALIA CHIAMA ITALIA








C'è una perla del made in Italy nascosta tra la vegetazione lussureggiante della Repubblica Dominicana, un'eccellenza che sta per diventare qualcosa di davvero unico. L'hotel e Ristorante Vecchia Caserma (di nome e di fatto) si trova a metà strada tra La Romana e Bayahibe, immerso in una vegetazione a dieci minuti da quelle spiagge caraibiche che si vedono sulle cartoline e sulle brochure dei viaggi. Una gestione italiana sia per le 22 stanze a disposizione degli ospiti che per il ristorante, che propone cucina italiana insieme a piatti che valorizzano il territorio locale. Il nuovo progetto di estensione, che include una spa, un grande orto e diverse suite, agirà nel completo rispetto della natura circostante con l'ambizione di diventare uno dei progetti eco-friendly più importanti della zona.
Attualmente tra l'hotel e il campo da Golf La Estancia, che dista circa 200 metri, ci sono 20.000 mq di terreno. La parte grossa del progetto Casa Verde vedrà l'ex cavallerizza, luogo una volta adibito all'insegnamento dell'equitazione, trasformata in 38 suite di lusso sviluppate tutte su due livelli, con metratura standard di 40 mq. Quasi tutti gli appartamenti verranno gestiti dall'hotel come fossero normali camere, ma più lussuose. Con qualche eccezione: vista l'elevata richiesta, i proprietari hanno deciso di destinare al mercato immobiliare le suite più belle, che potranno essere gestite privatamente dai proprietari o affidate alla gestione esperta dell'hotel. In entrambi i casi si tratterà di aparthotel: gli appartamenti usufruiranno cioè di tutti i servizi dell'hotel, dalla pulizia in camera, alla navetta casa- spiaggia, all'utilizzo di piscina e spa dell'Hotel Vecchia Caserma. Ma con la comodità, una volta terminata la giornata, di tornare a casa propria. Referente qualificato per la vendita di questi scrigni nell'oceano è Gianluca Santacatterina, titolare di Luxury&Tourism.
Santacatterina si occupa da anni di vendita di immobili all'estero riservata a una clientela italiana, e con la Repubblica Dominicana in particolare ha instaurato un ottimo rapporto, tanto che la trattativa di vendita delle case passa sempre all'interno del Consolato dominicano a Milano prima di concludersi. In un periodo in cui "fidarsi è bene e non fidarsi è meglio", questa collaborazione agenzia-consolato rappresenta una valida garanzia di serietà e professionalità.
Ma come anticipato, non è solo la classica bella residenza con piscina, c'è molto di più ...continua a leggere su ITALIA CHIAMA ITALIA

Video intervista a Gianluca Santacatterina su Investimenti Immobiliari in Repubblica Dominicana per Italia Economia

Nella meravigliosa cornice della Cattedrale di Santa Maria la Menor di Santo Domingo Gianluca Santacatterina viene intervistato dal Dr Raffaele Bazzani per Italia Economia per parlare di Investimenti Immobiliari in Repubblica Dominicana

Guarda il Video...............


Oggi vi porto a spasso nella città più glamour e cool d'Europa: Londra! - di Martina Carolo per LuxuryandTourism






Anche questa settimana finalmente è arrivato il weekend. Come mi piacerebbe avere un appartamento Luxury &Tourism Ltd  a Londra e volarci ogni weekend.
Io l’ho sempre considerata la capitale paradiso per gli amanti della moda per il suo stile all’avanguardia.
Londra è giovane, ribelle, estrosa e stravagante.
Provate a seguire questa “slim guide” per trascorrere una perfetta giornata all’ultima moda.

MATTINO
Per gli appassionati di moda d’obbligo iniziare la giornata con un stop alla fermata della metropolitana di London Bridge. 20 minuti a piedi… attenzione tacchi bassi suggeriti visto che alcuni tratti del percorso è lastricato con ciottoli.
Prima visita al Victoria & Albert Museum, con un archivio ricchissimo di incantevoli abiti di varie epoche anche se con maggiore attenzione agli stilisti d’avanguardia come Charles Worth e Jean Paul Gaultier. Il museo è ricchissimo anche di pezzi da collezione come gioielli, guanti, borse.
L’alternativa come seconda visita, controllando prima il programma delle visite in corso è l’eccentrica Bermondsey, dove si trovano il Design Museum e il Fashion Art Textile Museum.

PRANZO
Abbinate il cibo alla moda in New Bond Street approfittando di un coffee al negozio di abbigliamento firmato, Dover Street Market. Sei piani di meravigliosi marchi.

POMERIGGIO
Non trascurando le vie più famose della città, è giunto il momento di prendere la metro da Bond Street fino a Shepherd’s Bush e dedicarvi allo shopping più sfrenato nei 40 negozi di marchi lussuosi sotto un unico tetto, del centro commerciale Westfield London.
Un’ottima tappa per ricaricare le pile e rifocillarvi visti i vari punti ristoro offerti.

SERA
La frenesia degli acquisti vi ha fatto venire appetito? Per una cena elegante gli appassionati di moda scelgono in assoluto il quinto piano di Harvey Nichols.
Se non avete problemi di budget, la scelta più giusta è cenare da China Tang presso il Dorchester. Ospiti habituès Kate Moss e Sir Philipp Green.
Ma ora la top list dei tre stilisti più famosi inglesi.
Top list per Vivienne Westwood, la rossa regina del punk glamour, che regala sfilate con elementi tartan, male-up rocker, capigliature scultura, minidress di strati sovrapposti.
Paul Smith, l’english gentlemen per antonomasia, sir dal 2000. Le sue collezioni sono celebri per le camicie e le scarpe flat boyfriend alternate a elementi femminili “classic with a twist” come le definisce lui. 
 
Stella McCartney figlia del baronetto Paul, a 13 anni con il suo talento naturale, decide che la moda è la sua strada e dopo aver lavorato per Chloè lancia il suo brand personale che conquista subito le celebrities. Chi non conosce l'icon bag Falabella? Inoltre un'attenzione particolare è per  la natura e la sostenibilità. Stella infatti è vegetariana e non utilizza pelle o pelliccia vera nei suoi capi. Brava e buona dunque.




Have an happy weekend!
"God Save the Queen"


venerdì 14 marzo 2014

Londra rivoluziona 'skyline' con 236 nuove 'torri' -a-realestate.it


Il limite di Londra è diventato il cielo. La capitale britannica punta in alto, e vuole diventare la New York del vecchio continente. Sono in progetto 236 nuove 'torri' di più di venti piani, che cambieranno per sempre lo 'skyline' della metropoli. A rivelare come sarà la capitale britannica del futuro è un rapporto del forum New London Architecture, secondo cui l'80% dei nuovi palazzi, di cui la metà ha già ottenuto l'approvazione, avrà un uso residenziale. Questo per soddisfare la sempre crescente domanda di appartamenti di lusso nella capitale, che negli ultimi tempi ha fatto crescere i timori di una 'bolla' speculativa. Uno dei nuovi grattacieli, la Columbus Tower da 75 piani e dal costo di un miliardo di sterline, sarà più alta di One Canada Square, nel quartiere finanziario di Canary Wharf, che per anni è stato l'edificio più alto del Paese, prima che venisse realizzato lo Shard dalla mente di Renzo Piano. Un dato molto interessante è che i progetti sono distribuiti in tutta la città e non si concentrano, come ora, nella City e nel distretto finanziario di Canary Wharf. Un quarto dei nuovi palazzi sorgerà a Tower Hamlets, un sobborgo nella parte est, considerato come una delle zone più povere di Londra. E molti altri svetteranno fra l'est e il sud-est, in aree che in passato non sono state al centro di importanti investimenti. La caratteristica che molti grattacieli avranno è quella del soprannome, che viene dato per la loro forma. Già si possono ammirare lo Shard (scheggia) e il Gherkin (cetriolo), ma sono in arrivo il Boomerang e lo Scalpello. Londra è anche destinata ad attirare sempre più architetti famosi. Secondo uno studio della Lse, circa un quarto di tutti i grattacieli della capitale sono stati pensati da un architetto di grido, contro, ad esempio solo il 3% di Chicago, la città che ha fatto scuola per le 'torri'. E' stata calcolato che il rivolgersi a un nome famoso, in media, ''vale'' 19 piani in piu' rispetto a uno poco conosciuto. La fama diventa determinante nel convincere le autorita' locali a dare il loro via libera al progetto. Lo sviluppo verso l'alto però incontra anche qualche critica. ''Sono cambiamenti rapidissimi quelli che stanno accadendo a Londra e c'è poco dibattito, a livello locale, su come cambiare la città'', ha detto Rosemarie McQueen, uno dei responsabili nel settore pianificazione del Westminster City Council. 


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Storie di vita. Vivere a Sharm lontano dal periodo del turismo di massa, per assaporare meglio il paradiso terrestre - di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism




Oggi intervisto Marco, milanese che vive a Sharm El Sheik da qualche anno. Marco ci racconta come si vive in un Paese musulmano tradizionalista ma allo stesso tempo aperto -grazie al turismo-.
Da quanto tempo vivi a Sharm El Sheik? Hai sempre vissuto in Italia prima?

Vivo a Sharm da 3 anni e mezzo, prima ho sempre vissuto a Milano. Ma comunque vadano le cose in Egitto, ho deciso che non tornerò in Italia.

Quali sono state le tue prime impressioni e le difficoltà in una società culturalmente molto diversa dall'Italia?

Devo dire che Sharm è molto occidentalizzata e le differenze non sono soffocanti. Certo, la mentalità degli egiziani è molto diversa dalla nostra, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con l’altra metà del cielo. Ma da loro si impara velocemente una sorta di fatalismo, la totale mancanza di fretta e di stress e la capacità di vivere senza crearsi problemi.

Il tuo lavoro è rimasto lo stesso dopo il trasferimento in Egitto?

 
No, ho cambiato completamente lavoro. In Italia mi occupavo dell'organizzazione di manifestazioni fieristiche mentre qui in Egitto ho realizzato il sogno di aprire un piccolo bar. Purtroppo la concomitanza della mia apertura con i molteplici problemi politici egiziani e conseguente crollo verticale del turismo, mi hanno indotto ad abbandonare questa avventura dopo un paio di anni.

Com'è stato il tuo approccio col mondo del lavoro? Quali sono le principali differenze rispetto al nostro Paese?

Il mondo del lavoro egiziano è quanto ci possa essere di più diverso rispetto allo standard italiano. Innanzitutto la paga si aggira tra i 150 e i 400 euro al mese. La tassazione è del 20% e anche le spese fisse di gestione di un locale sono irrisorie. Spazzatura, insegne, luce e corrente, non sono neppure lontanamente paragonabili a quelle italiane. Dal punto di vista del gestore è una pacchia se paragonato alle tante leggi italiane e ai cavilli legali che a mio avviso sono diventati veramente eccessivi. Pensate all’Italia degli anni '60 e avrete più o meno un’idea dell’Egitto di oggi.
Non esiste lo scontrino fiscale e i fornitori non ti fanno fattura, quindi come fare a stabilire quanto sia l’imponibile è un mistero. Per contro qualunque cosa acquistiate, si deve pagare in contanti all’ordine o alla peggio alla consegna. Non esiste la formula italiana 30-60-90 giorni così come nessuno usa ri.ba. o bonifici. Vige il sanissimo principio: vedo soldi vedi cammello!
Purtroppo le leggi permissive sono tali anche in materia di norme igieniche e conservazione dei cibi.
Tutto è affidato al singolo, pertanto solo la coscienza del gestore tutela il cliente.

L'Egitto è un Paese musulmano ma sempre a contatto con culture diverse grazie al settore turistico: riesce a mantenere intatte le tradizioni e i valori di un tempo o sta cedendo alla globalizzazione?

L’egiziano è molto legato alla cultura e alle tradizioni del proprio paese e quindi, a parte le zone prettamente turistiche, tutto rimane invariato da decenni.

Come descriveresti l'economia egiziana? Ci sono stati miglioramenti visibili dopo la caduta di Morsi?


La situazione politica non ha ancora permesso di notare significativi cambiamenti nell’economia, anzi, direi che è sempre più dura, soprattutto per le classi inferiori. Una disoccupazione vicina al 20% e la popolazione che aumenta di 1 milione di individui all’anno, rendono le cose particolarmente difficili da gestire.

Quali sono le richieste principali che ti vengono fatte nel tuo sito e blog dedicato al turismo a Sharm El Sheik?

La maggioranza delle persone che scrivono vogliono essere rassicurate sulla situazione attuale. Purtroppo i media italiani dipingono le cose come se Sharm fosse pericolosa, mentre sia la sicurezza sociale che quella generale è molto più elevata della maggioranza delle città italiane. In molti qui abbiamo il sospetto che i media italiani parlino male di Sharm per tentare di tenere i turisti (e i loro soldi) in Italia. Ma a mio avviso è un gioco subdolo.

Immaginati tra dieci anni: ti vedi in Italia a Sharm o in qualche altra parte del mondo?

Spero di poter rimanere a Sharm, ma dipende dall’evoluzione che ci sarà sia dal punto di vista politico che turistico. 
Ho la sgradevole sensazione che il governo voglia trasformare Sharm in una località rivolta principalmente al turismo arabo, e a quel punto credo che non mi fermerei. Su una cosa però sono sicuro: non tornerò in Italia… Nonostante sia uno dei più bei Paesi al mondo, è talmente mal gestita che per me è diventata invivibile! E poi nel mondo ci sono luoghi decisamente più interessanti dove vivere...


 di Giorgia Perbellini per Luxury&Tourism