venerdì 9 agosto 2013

Cgia Mestre: perchè non tornare all'Ici? A chiederlo è il segretario Bortolussi, dopo aver visto le nove ipotesi di riforma Imu (ANSA)

(ANSA) - VENEZIA, 9 AGO - ''Perché non ritorniamo all'Ici?''. A chiederlo è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, dopo aver visto le nove ipotesi presentate ieri dal ministro Saccomanni. ''Ho paura che la vicenda stia prendendo una brutta piega. Con troppe ipotesi sul tavolo - spiega - c'è il pericolo che i due principali partiti che costituiscono questa maggioranza non trovino un punto di incontro. Perchè non dare un taglio netto all'Imu e ritornare all'Ici? In fin dei conti l'Imu doveva costituire uno degli assi portanti della riforma sul federalismo fiscale che, purtroppo, è miseramente fallita. Perché, allora, non tornare indietro ?''. La proposta ha sicuramente un ''taglio'' provocatorio, ma la lettura dei numeri, per gli artigiani, la giustifica. L'Imu è costata agli italiani 23,7 miliardi di euro: rispetto all'Ici (con l'inclusione del gettito anche sulle prime case) l'aggravio di imposta è stato di ben 11,2 miliardi di euro. Con un eventuale ritorno alla vecchia imposta come si potrebbe 'coprire' questo differenziale ? Innanzitutto va ricordato che secondo una valutazione fatta nei mesi scorsi dalla Cgia, l'extragettito relativo all'Imu è stato di 3,7 miliardi di euro. Vale a dire che gli italiani - a fronte dell'aumento della base imponibile riferita agli immobili e delle aliquote medie applicate - hanno 'sborsato' molto di più di quanto aveva previsto originariamente il Governo. Se a questi 3,7 miliardi stimati, aggiungiamo il gettito derivante dall'eventuale reintroduzione dell'Irpef sulle seconde e terze case sfitte, l'Erario potrebbe incassare 1,6 miliardi di euro. Infine, rivedendo al rialzo le aliquote medie applicate sino a due anni fa con l'Ici, si potrebbero recuperare altri 3 miliardi che farebbero scendere a 3 miliardi circa le mancate entrate per i sindaci con il ritorno della vecchia imposta sugli immobili. ''Dopo essere usciti dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo e con una spesa pubblica di oltre 810 miliardi di euro - prosegue Bortolussi - non si riescono a trovare 3 miliardi e caso mai recuperarne altrettanti per togliere a quasi tutti l'imposta sulla prima casa ?''. Un eventuale ritorno all'Ici avvantaggerebbe in linea di massima gli imprenditori - conclude Bortolussi - che per gli immobili ad uso produttivo hanno pagato quasi 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quando c'era l'Ici e gli artigiani e i commercianti che, invece, hanno subito un aggravio di oltre un miliardo di euro''. (ANSA). (ANSA).

E se la ripresa del mercato immobiliare dipendesse da prezzi più accessibili? casaeclima.com

Per evitare che la bolla immobiliare esploda non servono più incentivi e meno tasse. Serve un allineamento dei prezzi di mercato ai redditi familiari, che sono molto più bassi rispetto al periodo pre-crisi

Il settore immobiliare è fermo e non dà segni di ripresa, neanche di ipotizzabili sul lungo periodo. Le proposte per farlo ripartire sono innumerevoli ma hanno tutte un filo conduttore: il presupposto che l’intervento, qualunque esso sia, debba essere statale. Si va dall’eliminazione o riformulazione dell’Imu, dai vari sgravi fiscali, agli incentivi per la ristrutturazione e riqualificazione energetica. Ma se la ricetta per disinnescare la bolla immobiliare fosse un’altra? Se l’unica soluzione fosse quella di una riduzione dei valori immobiliari che andrebbero rimodulati in base alla disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti, inevitabilmente scesa rispetto ai periodi di pre-crisi?
I PREZZI VANNO ABBASSATI E ADEGUATI AL REDDITO DELLE FAMIGLIE. A sollevare la questione è un articolo pubblicato ieri su lavoce.info, a firma di Raffaele Lungarella, in cui viene evidenziato come le condizioni dell’offerta abbiano una responsabilità non secondaria nell’originare la crisi e che si debba intervenire principalmente su di esse per uscirne. Il suggerimento è chiaro: i prezzi delle case vanno abbassati e adeguati ai redditi delle famiglie. Un’operazione che molti altri paesi hanno messo in atto e a cui l’Italia invece non ha pensato.
L’INIZIATIVA DOVREBBE PARTIRE DAI PROPRIETARI. In realtà non è che non ci abbia proprio pensato- riferisce Lungarella, sottolineando come sia l’Istat che l’Abi abbiano più volte diffuso dati allarmanti e proposto misure per rendere le abitazioni più accessibili alle famiglie. Prendendo però come esempio la proposta lanciata dall’Abi di destinare gli immobili invenduti all’edilizia sociale, l’istituto ha sempre ritenuto che l’operazione avrebbe dovuto essere parte di un Piano Casa con fondi Cdp. Ed è questo il problema. Se la disponibilità ad abbassare i prezzi delle abitazioni fosse direttamente degli imprenditori- proprietari, non sarebbe necessario attendere un futuribile nuovo piano casa.
ALLINEARE I PREZZI A QUELLI DELL’EDILIZIA CONVENZIONATA. Si tratterebbe, suggerisce Lungarella, di allineare i prezzi dell’edilizia di mercato ai più bassi valori dell’edilizia convenzionata. “A parità di caratteristiche costruttive e di localizzazione, la differenza di prezzo tra le due tipologie di alloggi è data principalmente dal diverso valore attribuito all’area edificabile. Nel caso dell’edilizia convenzionata, è il risultato della negoziazione tra comune e impresa di costruzione ed è mantenuto relativamente basso. Nel caso dell’edilizia libera, il valore dell’area è stabilito dal mercato, in genere oligopolistico in ragione del numero ristretto di proprietari dei terreni agricoli che diventano edificabili; è un valore molto alto. L’incremento di valore delle aree, che fa lievitare il prezzo delle case, costituisce la rendita che l’operatore incassa senza particolare merito (se non, forse, quello di una capacità di interazione con la pubblica amministrazione). Se la rendita viene depurata e si contabilizza il solo valore di acquisto delle aree, i prezzi di vendita delle case si abbassano in misura consistente e si riequilibra il loro rapporto con il reddito delle famiglie. Gli imprenditori che hanno realizzato gli immobili su aree di cui erano già proprietari prima che diventassero edificabili (è il caso più ricorrente in molte aree) non accuserebbero nessuna perdita. Semplicemente guadagnerebbero di meno, ma accrescerebbero le probabilità di vendere i loro alloggi. Una ripresa delle vendite porterebbe benefici anche alle banche che li hanno finanziati." Se, come sostengono Confindustria e Abi, conclude l'articolo,  la ripresa del mercato della casa necessita di una caduta dei prezzi, è interesse di tutti i soggetti coinvolti non aspettare che la bolla esploda, bensì innescare una deflazione controllata.
SONDAGGIO BANKITALIA. Una conferma alla stagnazione del settore immobiliare arriva anche dagli ultimi dati, riferiti al secondo trimestre 2013 del ''Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni'' pubblicato da Bankitalia. Secondo cui le aspettative sul segmento abitazioni del settore immobiliare sono peggiorate.
Un mercato sempre più debole. Le interviste sul mercato delle abitazioni in Italia si sono svolte tra il 25 giugno e il 19 luglio 2013. Vi hanno partecipato 1.375 agenzie immobiliari1. I giudizi degli agenti immobiliari indicano che nel secondo trimestre del 2013 e' proseguita la fase di debolezza del mercato: continuano infatti a prevalere le indicazioni di flessione delle quotazioni (sebbene in lieve attenuazione rispetto ad aprile) e diminuisce il flusso dei nuovi incarichi a vendere. La quota del valore dell'immobile finanziata tramite mutuo e' in diminuzione da un anno.
Aspettative sfavorevoli. Nel mercato delle locazioni si segnalano ulteriori flessioni dei canoni, anche se in misura inferiore rispetto al precedente sondaggio. Le aspettative a breve termine sono peggiorate, sia per il mercato locale di riferimento sia per quello nazionale, annullando il parziale progresso registrato nell'inchiesta precedente; la flessione delle quotazioni proseguirebbe nel trimestre in corso. Anche per le aspettative di lungo periodo (due anni) sono tornati a prevalere i giudizi sfavorevoli sugli andamenti del mercato nazionale.
Trattative e tempi di vendita. Per quanto riguarda le trattative e i tempi di vendita, il margine di sconto rispetto alla richieste iniziali dei venditori e' rimasto stabile al 15,7%, mentre e' aumentato il tempo che intercorre tra l'affidamento dell'incarico e la vendita dell'immobile, si sale da 8,8 da 8,6 mesi. Gli agenti segnalano anche, dopo due mesi di rialzi consecutivi, una diminuzione congiunturale dei prezzi. E' lievemente diminuita la quota di agenzie che hanno venduto almeno un'abitazione (al 63,6% per cento, contro il 64,4% osservato in aprile e in gennaio) ,che tuttavia resta di quasi otto punti percentuali sopra il minimo registrato nel terzo trimestre del 2012. La quota di acquisti di abitazioni finanziati con un mutuo ipotecario e' diminuita per il quarto trimestre consecutivo (al 55% cento, contro il 56,1% del sondaggio precedente e il 64,7 rilevato nel secondo trimestre 2012).
Canoni stabili. E' rimasta sostanzialmente invariata (all'80%) la percentuale di agenzie che hanno locato almeno un immobile. Tra queste, il 60 per cento ha segnalato una flessione dei canoni di locazione rispetto al trimestre precedente (contro il 66,6% nell'indagine di aprile), mentre sono aumentati i giudizi di stabilita' dei canoni (al 37,9%, contro il precedente 30,7%). Il saldo percentuale tra attese di miglioramento e di peggioramento del mercato nazionale nel prossimo biennio e' tornato su valori negativi (-5,5 punti percentuali) dopo due rilevazioni consecutive in cui erano prevalse indicazioni di miglioramento. Il deterioramento ha riguardato tutte le aree geografiche; solo al Sud e nelle Isole si rilevano saldi positivi.

Mercato immobiliare sempre più depresso, anche nelle aspettative - teleborsa.it

Il mercato immobiliare italiano continua ad accusare il peso della crisi con una flessione delle quotazioni e delle compravendite.

Secondo il "Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni" pubblicato da Bankitalia, basato su interviste svoltesi tra il 25 giugno e il 19 luglio 2013 e alle quali hanno partecipato 1.375 agenzie immobiliari, anche nel secondo trimestre è proseguita la fase di debolezza del mercato.

Le quotazioni delle abitazioni risultano ancora in calo così come gli incarichi a vendere. 

In caduta da oltre un anno la quota di valore dell'immobile finanziata tramite mutuo.

Non va meglio al mercato delle locazioni, sebbene la discesa del valore del canone si sia attenuata rispetto al sondaggio precedente.

In peggioramento le aspettative a breve termine ma anche a lungo termine (due anni), che invece avevano dato, in precedenza, segnali di miglioramento. 

Per quanto riguarda le trattative e i tempi di vendita, il margine di sconto rispetto alla richieste iniziali dei venditori è rimasto stabile al 15,7%, mentre è aumentato il tempo che intercorre tra l'affidamento dell'incarico e la vendita dell'immobile, salito da 8,6 da 8,8 mesi.

In lieve diminuzione la quota di agenzie che hanno venduto almeno un'abitazione (al 63,6%, contro il 64,4% osservato in aprile e in gennaio), che tuttavia resta di quasi otto punti percentuali sopra il minimo registrato nel terzo trimestre del 2012.

La quota di acquisti di abitazioni finanziati con un mutuo ipotecario è diminuita per il quarto trimestre consecutivo (al 55%, contro il 56,1% del sondaggio precedente e il 64,7% rilevato nel secondo trimestre 2012).

Il saldo percentuale tra attese di miglioramento e di peggioramento del mercato nazionale nel prossimo biennio è tornato su valori negativi (-5,5 punti percentuali) dopo due rilevazioni consecutive in cui erano prevalse indicazioni di miglioramento. Il deterioramento ha riguardato tutte le aree geografiche; solo al Sud e nelle Isole si rilevano saldi positivi

giovedì 8 agosto 2013

Imu:cancellazione rata settembre costa 2,4 mld Lo spiega il Tesoro nel documento per la riforma dell'imposta (ANSA)


(ANSA) - ROMA, 8 AGO - La cancellazione della prima rata Imu, sospesa fino a settembre, ha effetti negativi sul gettito 2013 per 2.426,4 milioni di euro, di cui circa 2,1 miliardi ascrivibili alle abitazioni principali e circa 0,3 miliardi alla componente terreni e fabbricati rurali. Lo spiega il Tesoro nel documento per la riforma dell'Imu.'abolizione della prima rata Imu sospesa è la nona ipotesi presentata nel documento, e, si legge, ''comporta una perdita di gettito che si riflette interamente in una riduzione delle entrate comunali. Il meccanismo più semplice per attuare una compensazione è quello di assegnare agli enti la metà del gettito riscosso nel 2012, come risulta dai versamenti F24 a livello comunale dello scorso anno. Questo meccanismo di compensazione eviterebbe comportamenti opportunistici da parte di Comuni che potrebbero aver aumentato l'aliquota solo in previsione di maggiori trasferimenti compensativi relativi all'Imu 2013. La compensazione potrebbe avvenire aumentando le risorse del Fondo di Solidarietà Comunale''. L'intervento, si osserva anche, non presenta particolari profili di criticità per i contribuenti, ma tra i pro e i contro è evidenziato il fatto che questa misura ''non affronta i problemi strutturali del prelievo immobiliare ''. Il testo riporta anche l'introito su base annua per le singole categorie di immobili interessate alla sospensione della prima rata (in totale 4,8 miliardi) e il gettito relativo al 50%: per l'abitazione principale (con maggiorazione per comuni che hanno deliberato nel 2012 l'aumento fino al 6 per mille) l'introito annuo è di circa 4 miliardi (circa 2 miliardi la prima rata), dall'Imu sui terreni arrivano 630 milioni di euro (315), per i fabbricati strumentali 64 milioni (32), per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa, adibite ad abitazioni principali, IACP e edilizia residenziale pubblica 76 milioni (38). (ANSA).

Usa: indagini su mutui JPMorgan Avviata inchiesta penale su periodo tra 2005 e 2007 (ANSA)


(ANSA) - NEW YORK, 08 AGO - JPMorgan nel mirino della autorita' americane. Il Dipartimento di Giustizia ha avviato un'inchiesta penale nei confronti della banca per i titoli legati ai mutui prima della crisi, fra il 2005 e il 2007. La notizia segue l'azione legale avviata dal governo americano contro Bank of America, accusata di aver ingannato gli investitori confezionando titoli garantiti da mutui che sapeva essere ''spazzatura tossica''. (ANSA)

Cina: a Shanghai il secondo grattacielo più alto del mondo Con 632 metri è superato solo dal Burj Khalifa di Dubai (ANSA)


(ANSA) - SHANGHAI, 03 AGO - Ha raggiunto il suo punto piu' alto la Shanghai Tower, il grattacielo in costruzione che ora e' diventato il piu' alto della Cina e il secondo piu' alto in tutto il mondo. Si e' infatti svolta oggi a Shanghai, con una cerimonia, la posa della parte finale dell'edificio, che sorge nella zona finanziaria della capitale economica cinese, accanto agli altri due grattacieli simbolo della citta', lo Shanghai World Financial Center e la Jinmao Tower. Con una altezza di 632 metri, il nuovo grattacielo diventa quindi il secondo piu' alto al mondo, superato solo dal Burj Khalifa di Dubai che raggiunge gli 829.8 metri di altezza. Terminata la costruzione esterna della torre, la Shanghai Tower, che e' stata disegnata dallo studio americano di architettura Gensler, necessitera' ancora di circa un anno di lavori per essere completata. All'interno avra' uffici, negozi e un hotel di lusso. (ANSA).

mercoledì 7 agosto 2013

IMMOBILI: CONFEDILIZIA, STOP STIPULA AFFITTI, VIA SUBITO OBBLIGO APE - borsaitaliana.it




(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 07 ago - "Sospendere immediatamente la stipula dei contratti di locazione, sia abitativi sia ad uso diverso. Questa la disposizione che la Confedilizia ha, con apposita circolare, impartito a tutte le proprie Associazioni territoriali". Lo annuncia una nota dell'Associazione. "La disposizione confederale - viene spiegato - e' la diretta conseguenza del 'pasticcio' creato dal Parlamento con l'approvazione alla Camera della norma (ora entrata in vigore) che prevede la nullita' dei contratti di locazione e dei contratti di compravendita ai quali non sia allegato il nuovo attestato di prestazione energetica. Ma questo nuovo attestato non puo' essere predisposto prima dell'emanazione del previsto decreto interministeriale per l'adeguamento del precedente provvedimento sulla documentazione energetica e la fissazione dei criteri e contenuti obbligatori del nuovo Ape". 'Il danno, per gli interessati e per le istituzioni stesse, e' grave' sottolinea il presidente della Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, per il quale "il Governo deve prontamente dare un segno di vita a proposito della locazione e (al di la' di sofismi e di impicci, veri o no, regolamentari) dare subito seguito all'impegno di eliminare immediatamente una norma che, in difetto, impedira' la stipula dei contratti di locazione fino alla ripresa dei lavori parlamentari".

Global Network News: Una panoramica globale sul mercato immobiliare - firstonline.com


Potenziale di rendimento e benefici in termini di diversificazione, il mercato immobiliare ha molto da offrire come asset class d’investimento, tanto che, archiviate le ripercussioni peggiori della crisi finanziaria mondiale, gli investitori hanno ricominciato a trovare valore e opportunità in varie parti del mondo. 

Quattro esperti degli investimenti del gruppo Natixis Global Asset Management, hanno perciò deciso di condividere le loro opinioni sullo scenario a breve termine del settore, e sui mercati dove pensano la ripresa si stia rafforzando. 

Sul mercato statunitense - esordisce Michael Acton, Direttore Ricerca AEW Capital Management - le prospettive dei REITs (Real Estate Investment Trust) continuerà a migliorare nella seconda parte dell'anno. 
Grazie a quello che definisce "il più significativo cambiamento di rotta in termini di politica monetaria cui si è assistito negli Stati Uniti negli ultimi decenni" e al rafforzamento dell’attività economica che ne deriva, i REITs possono avvantaggiarsi di un contesto particolarmente favorevole. Infatti, ricorda Acton, il mercato immobiliare è strettamente collegato all'andamento delle economie locali, con effetti di rafforzamento reciproco dato che ogni abitazione genera oltre 50.000 USD per le comunità in cui è inserita, come conseguenza del maggiore fabbisogno di merci e servizi (secondo le stime dell'Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari). 
Ma vi sono altri segnali positivi - prosegue Acton - tra i quali uno passato quasi inosservato: il forte miglioramento della posizione di bilancio del governo federale. Pur rimanendo elevato, il disavanzo si è praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno, come dichiarato dal Congressional Budget Office (CBO) degli Stati Uniti, e dovrebbe rimanere relativamente stabile nei prossimi due anni. 
La domanda dovrebbe essere sostenuta dall’ingresso sul mercato di circa 2.000.000 di nuove famiglie, formatesi tra il 2007 e il 2011 e attualmente in cerca di abitazione, inoltre, per i suoi stretti legami con l'abitativo, anche il settore dello stoccaggio potrebbe registrare un ottimo andamento. 
Dal punto di vista geografico - conclude l'esperto - entro la fine di questo decennio, raggiunta l'autonomia energetica, si prevede che gli Usa diverranno un esportatore netto di petrolio e, forse, anche di gas naturale. Da questa prospettiva si delinea un'opportunità potenziale nelle aree caratterizzate da una presenza significativa di fonti energetiche, azzarda Acton. 

Al convergere delle attese sui prezzi di domanda e offerta - prende la parola Sam Martin, Direttore Ricerca e Strategia AEW Europe - si prevede un aumento dei volumi di investimento anche nei paesi europei colpiti dalla crisi del debito. La migliorata disponibilità di finanziamento del debito sostenuta anche dal perdurare di tassi interbancari e tassi di swap a cinque anni estremamente bassi, dovrebbe contribuire all'incremento dell'attività di investimento immobiliare nel 2013. Tuttavia - avverte Martin - è probabile che la domanda di locali ad uso ufficio in Europa resterà bassa sul breve termine, considerando il perdurare della recessione in molti Paesi europei. 

Considerazioni di prezzo sono riprese da Dmitri Rabin, Senior Securitized Asset Analyst alla Loomis, Sayles & Company. Con riferimento al mercato statunitense, Rabin ricorda che fino ad aprile 2013 i prezzi delle abitazioni sono saliti dell'11,9% secondo le rilevazioni del CoreLogic® Home Price Index Report (che esclude le vendite legate a prestiti in sofferenza), aumenti con una base ampia, avendo riguardato 49 stati su 50, e non prettamente stagionali. Inoltre, - precisa Rabin - va notato che anche dopo i recenti aumenti, il prezzo delle case negli Stati Uniti, a livello nazionale, si colloca ancora il 22% al di sotto dei prezzi massimi. Quindi sussiste un ampio margine di miglioramento. 
Per quanto attiene ai tassi, L'esperto osserva come quello fisso trentennale sui mutui abbia registrato un incremento notevole, che comporta una previsione di aumento del 10%–15% della rata mensile pagata dai nuovi mutuatari. Tuttavia, tranquilizza Rabin, la capacità di rimborso dei prestiti immobiliari non dovrebbe esserne inficiata “anche se il prezzo delle case aumentasse ancora del 10% e i tassi sui mutui salissero del 2%" rimanendo pressappoco allineata a quella del periodo 1981–2010. Infatti - spiega ancora l'analista - la crescita dei tassi e la capacità di rimborso non si sono dimostrati indicatori validi per prevedere l'andamento del prezzo delle case. Si considera molto più utile fare riferimento al saldo tra domanda e offerta, che delinea un quadro molto favorevole dato che il valore delle strutture vuote è vicino ai minimi storici. 

Probabilmente il mercato statunitense sta vivendo una fase di risveglio dopo un lungo periodo di aggiustamento - approfondisce Philippe Waechter, Chief Economist Natixis Asset Management - e il contributo dell'investimento immobiliare al PIL è oggi positivo. Tuttavia Il recupero dei prestiti immobiliari negli Stati Uniti, in Cina e in Europa sta procedendo a ritmi diversi. 
In Cina il legame tra attività economica e crescita del settore immobiliare si è indebolito dopo il 2009, determinando livelli diversi di attività in parti diverse del paese. I rischi maggiori si riscontrano in città come Pechino, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou, ove permane una forte domanda a cui si contrappone una capacità scarsa o nulla di costruire. Secondo Waechter questi mercati potrebbero diventare più speculativi perché già saturi e perciò soggetti a forti correzioni qualora la politica della banca centrale diventasse più restrittiva. Pericolosa è anche la situazione di città cinesi più piccole, con popolazione inferiore a un milione di abitanti. Qui, quasi all'opposto di prima, si riscontra un eccesso di offerta di alloggi, per di più finanziata dal sistema bancario ombra. La combinazione di questi fattori - ritiene Waechter - potrebbe essere all'origine di numerose sofferenze. 
In Europa infine, la distribuzione geografica è rilevante, benché il mercato immobiliare si sforzi di ritrovare slancio nella maggior parte dei paesi. I prezzi dell'immobiliare sono in discesa in 8 paesi su 14, per esempio in Spagna, Italia, Francia e Irlanda, ma sono in aumento in Estonia, Lussemburgo, Malta, Belgio e Finlandia. Il Regno Unito è il mercato più forte, sebbene - precisa Waechter - non si vedano ancora segni di una forte ripresa. 

Come nota di cautela, vengono più volte fatti presente i rischi e i costi che l'investimento immobiliare comporta. Nonostante il crollo dei rendimenti della maggior parte delle asset class rischiose (per effetto delle politiche finanziarie degli stati e delle misure di politica monetaria espansiva) abbia reso l'immobiliare una proposta d'investimento relativamente interessante, gli investitori dovrebbero essere consapevoli dei rischi in cui incorrono, tra i quali la minore liquidità e l'oscillazione dei valori degli assets. 
“I beni immobiliari sono asset ad alta intensità di capitale. Chi investe in essi - conclude Michael Acton - utilizza una leva finanziaria notevole e, ovviamente, ciò si ripercuote anche sui costi connessi".

Obama volta pagina nell'immobiliare - Il Sole 24 Ore


Per consolidare la ripresa e prevenire una nuova crisi, Barack Obama sa benissimo che deve sostenere il mercato immobiliare e l'industria delle costruzioni. Il settore si è rianimato da parecchi mesi ed è tornato a dare un contributo positivo alla crescita dell'economia americana.
Ma i rischi di un surriscaldamento (i tassi sui mutui hanno ripreso a salire, ha avvertito la Fed) e un mercato ancora troppo sbilanciato sul fronte speculativo (la percentuale di proprietari è inchiodata ai minimi dai primi anni '90) ha convinto la Casa Bianca ad agire su questo fronte. Nelle intenzioni di Obama, e nel migliore dei mondi possibili, l'immobiliare dovrebbe essere trainato dalla domanda delle famiglie piuttosto che da quella degli investitori. Uno sviluppo sostenibile che però ha bisogno di un ulteriore rafforzamento del mercato del lavoro: l'importante è creare un circolo virtuoso. Il presidente ha promesso facilitazioni per gli affitti, per il rifinanziamento dei prestiti e gli acquisti di prime case, mentre ci sarà un graduale smantellamento di Freddie Mac e Fannie Mae, le due agenzie di garanzia sui mutui nazionalizzate durante la crisi del 2008. C'è la volontà di voltare pagina con l'origine della crisi e ci sono i mezzi e le idee per farlo. In Europa le cose vanno più lentamente. In Spagna la crisi morde ancora e nell'immobiliare si assiste, nella migliore delle ipotesi, a un rallentamento nella caduta dei prezzi. Il settore potrebbe aver toccato il fondo, ma è ancora un «corpo morto» dell'economia, mentre negli Stati Uniti è tornato a essere parte attiva.

Le tasse sugli immobili e la instabilità sono un freno per la ripresa edilizia - newsfood.it



Milano
Intervista "La Padania" al Presidente di Assoedilizia
Achille Colombo Clerici: La riforma catastale, di cui tanto si parla in questi mesi, e' la scusa, anzi l'alibi per far pagare piu' tasse sugli immobili a chi gia' le paga
Pubblicato il 06/08/2013 alle 22:40

-----Original Message-----
Date: Tue, 6 Aug 2013 13:13:28
Subject: Riforma del Catasto - Intervista "La Padania" al presidente Assoedilizia Achillle Colombo Clerici pubblicata in data 6 agosto 2013
     A s s o e d i l i z i a
 
La riforma catastale, di cui tanto si parla in questi mesi, e' la scusa, anzi l'alibi ( che muove dal pretesto di realizzare la perequazione dei valori catastali) per far pagare piu' tasse sugli immobili a chi gia' le paga.

Per la ripresa del settore edilizio, trainante tutta la nostra economia, occorre una ripresa di fiducia, che si basa anzitutto sulla certezza del regime fiscale: ma la prospettiva di questa riforma catastale fatta in modo da atterrire investitori ed operatori, sta generando, piu' che sfiducia, una vera psicosi negativa.

Quanto, poi alla proclamata invarianza del gettito (con correlativa riduzione delle aliquote) che dovrebbe tranquillizzare i contribuenti va anzitutto precisato che agli stessi poco importa dell'invarianza del gettito che risponde alla logica  del pollo trilussiano , interessando piuttosto l'invarianza del prelievo a loro carico ( e questo effetto certamente non e' comportato dal sistema ).  


Inoltre c'e' da dire che, se quell'invarianza e' verificata a livello nazionale, essendo alta in alcune aree l'evasione fiscale, si potra'sempre dire che l'incremento che si produrra' nel gettito delle diverse imposte e' la conseguenza del recupero dell' evasione e non di un aggravio fiscale e conseguentemente non ridurre le aliquote.

E, se poi il Catasto continuera' a funzionare o non funzionare, come succede gia' ora a seconda di fattori contingenti o locali, avverra' quello che e' gia'  avvenuto laddove si e' realizzata una revisione generale per microzone.

I valori imponibili sono stati aumentati, ma le aliquote son rimaste inalterate: quelle stabilite cioe' per far pagare congruamente gli immobili che presentano    
valori non congrui.

E cosi' sara' : i valori non congrui inevitabilmente nel nostro Paese continueranno ad esistere e le aliquote fissate a scala nazionale non saranno mai abbassate.

Per avere idea delle sperequazioni derivanti dal                   Catasto occorre rifarsi al dato relativo al gettito Imu "pro capite": in alcune regioni del nord e' oltre due volte quello che si registra in alcune regioni del sud.

E non e' solo questione di differenza di valori di mercato dei singoli immobili o ovvero di redditivita'degli stessi.
 

Se alcune istituzioni europee, con giudizio sommario, insistono per indurre l'Italia a percorrere la via di questa riforma, bisogna avere la forza di spiegare loro che per la ripresa economica del nostro Paese e' ormai vitale una ripresa di fiducia del settore immobiliare, legato alla economia delle famiglie; e che il Catasto non dev'essere necessariamente un sistema di determinazione di valori di mercato ai fini fiscali, bensi' solo di perequazione dei valori convenzionalmente assunti ai fini della tassazione.

Gettito ed equita' sono i due obiettivi che il fisco deve perseguire: per ottenere il primo basta che le aliquote siano tarate sui valori in modo tale per cui se questi sono bassi le aliquote saranno elevate. E cosi' e' sempre avvenuto.

Ai fini dell'equita' e' necessario che tutti i valori imponibili presentino il medesimo rapporto con il valore di mercato del bene. Se per alcuni immobili questo rapporto e' di un terzo, per altri non puo' essere di due terzi: e'il problema della perequazione.

Per entrambe le finalita' non e' dunque affatto ineluttabile che il Catasto si riporti ai valore di mercato degli immobili.

Il Catasto attuale, peraltro, se c'e' la volonta' di farlo funzionare, permette di intervenire per l'eliminazione delle sperequazioni esistenti e per l'adeguamento dei valori; come e' avvenuto nel caso delle revisioni all'interno delle microzone.
 

La riforma catastale,viceversa, cosi' come viene concepita e realizzata, e' una cappa di piombo che gravera'per anni, come una spada di Damocle, su questo disastrato settore, dandogli il colpo di grazia.

Saccomanni: riforma tassazione immobiliare entro 31 agosto - il velìno.it



Economia
di red - 06 agosto 2013 19:10 fonte ilVelino/AGV NEWS Roma
Togliere l’Imu sulla prima casa e bloccare l’aumento dell’Iva. "Per fare tutto i soldi non ci sono nel senso che non vogliamo incrementare i debiti dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse. Dobbiamo reperire i fondi manovrando ad esempio sulla spesa pubblica e aumentando la lotta all’evasione fiscale". Lo ha spiegato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, intervistato da Sky Tg 24 Economia. Sulla riforma della tassazione immobiliare il ministro ha confermato che “stiamo lavorando per presentare una riforma complessiva entro il 31 agosto”. Quanto complessiva? “Cerchiamo di allargare il più possibile il perimetro”. Per quanto attiene il catasto “la riforma richiederà un po’ più di tempo”. Cinque anni? “Spero prima. Non è facile ma l’impegno c’è”.

E’ il momento giusto per comprare la seconda casa - news.immobiliare.it



L’estate non può che farci pensare alla casa per le vacanze. Ormai la seconda casa sta tornando di moda, anche per non trascurabili fattori economici che riportano in auge un tipo di immobile da tempo trascurato e oggi nuovamente protagonista.

Cronistoria della seconda casa


Fra gli anni 70 e i primi anni 90 il mercato delle seconde case ha conosciuto uno dei suoi momenti di maggiore sviluppo; si cominciavano a trarre i frutti del boom economico vissuto dal nostro Paese qualche decennio prima e molte famiglie, non necessariamente ricche, ma anche semplicemente benestanti hanno potuto permettersi una casa per la villeggiatura.

È stata poi la volta delle multi-proprietà che, per parte di quei decenni, hanno consentito a molti italiani di sentirsi piccoli Rockfeller e vantare un appartmento tutto loro alle Canarie, sulla Costa Azzurra o in altri posti il cui nome evocava vacanze da sogno. Poi qualcosa è cambiato, il fascino delle multi-proprietà è scomparso e se ne sono evidenziati più la scomodità ed i vantaggi che i benefici, a potersi permettere la casa al mare, in montagna o anche solo nella campagna subito fuori dai centri maggiori sono stati pochissimi e così le vacanze hanno cominciato ad essere molto diverse, spesso in albergo, campeggio e comunque per periodi molto brevi.

La crisi economica e suoi effetti sulle seconde case


Oggi, di nuovo, un altro cambiamento. L’introduzione dell’imposta sulla proprietà delle seconde case, ai più nota semplicemente come IMU, ha spinto molti proprietari amettere in vendita i loro immobili, spesso sotto utilizzati se non addirittura chiusi per dodici mesi all’anno e rappresentanti ormai fonte più di spesa che di riposo e ristoro. La legge del mercato è sempre la stessa, un eccesso di offerta comporta una diminuzione dei prezzi e se i prezzi scendono, sovente, è il momento giusto per comprare.

La percezione di questo fenomeno ormai è tangibile per moltissimi italiani e anche l’indice sulla fiducia immobiliare condotto dall’ Ufficio Studi di Immobiliare.it e relativo al secondo trimestre del 2013 ha messo in evidenza come per un numero sempre crescente di nostri connazionali quello che stiamo vivendo sia un buon momento per investire nel mattone, anche se si tratta di quello della nostra seconda casa.

Comprare a poco e guadagnare dalle seconde case


A dare la misura di queste riduzioni di prezzo è stato l’Osservatorio sviluppato da Fimaa e Confcommercio in relazione agli immobili turistici; prezzi in calo del 10% nelFriuli Venezia Giulia, in media in una percentuale attorno al 7% in Emilia Romagnaed in Toscana. Nelle località marine italiane i prezzi degli immobili sono scesi, mediamente, del 6,2%, quasi il doppio rispetto a quelle montane dove il costo delle case è sì sceso, ma meno registrando nel complesso una contrazione solo del 3,3%.

A questo scenario va sommato il fatto che, come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, anche i mutui per acquistare le seconde case vengono concessi con maggiore facilità rispetto a prima e, ormai, rappresentano una fetta rilevante dei finanziamenti concessi in Italia per l’acquisto di un immobile.
Chi ha un gruzzolo da parte è davvero il caso che faccia un pensierino alla secnda casa anche perché, se non utilizzate, le case per le vacanze si possono trasformare in fonte di guadagno concedendole in affitto anche se solo per brevi periodi.

martedì 6 agosto 2013

Accordo di Partnership tra casedilusso.it e Luxury & Tourism/H4S



Accordo di Partnership tra casedilusso.it e Luxury & Tourism/H4S


Anche in periodo di ferie si lavora !
Importante accordo di partnership raggiunto tra casedilusso.it e Luxury & Tourism/H4S.
Casedilusso.it importante agenzia livornese operante ad altissimo livello vedendo nel proprio portafoglio solamente immobili prestigiosi ed esclusivi quali casali, ville e dimore storiche ha raggiunto un accordo con Luxury & Tourism/H4S per la commercializzazione in Italia di prestigiose unità immobiliari site in vari stati del mondo.
Viva soddisfazione per Gianluca Santacatterina ceo di Luxury & Tourism  – professionista che da molti anni si occupa di vendita di immobili all’estero – e di Luca Tiberio di casedilusso.it convinti che dalla collaborazione si potranno raggiungere importanti risultati.
Dalla prossima settimana saranno online nella sezione estero di www.casedilusso.it le offerte immobiliari da sogno nei mari più belli del mondo !







Ritrovare la fiducia ! di Gianluca Santacatterina

Nei giorni scorsi ho avuto il piacere e l'onore di intervistare Cosimo Cannizzo (clicca qui per leggere).

Oltre al piaccere di aver incontrato una piacevolissima e competente persona - quale Cosimo è - mi ha fatto doppiamente piacere constatare come il post sia poi risultato essere il più cliccato del'intera settimana.

Ciò sicuramente è dovuto alla notorità di Cannizzo ma anche all'argomento trattato : la fiducia.

Volevo per l'appunto ricordare a tutti noi - soprattutto chi opera nel settore immobiliare che certamente un bel momento non sta attraversando - di avere fiducia, di continuare a lottare e ad avere maggior ottimismo.

In questi giorni parlavo al telefono con un collega toscano  : ci siamo ripromessi di non parlare più di crisi, di momento difficile , di calo delle vendite, pressione fiscale ecc.
Il momento è questo e con questo dobbiamo fare i conti!.

Ricordate che l'ottimismo - come il pessimismo purtroppo - è una malattia contagiosa.

gianluca santacatterina
gsantacatterina@me.com



Grecia: nessuno vuole costruire la moschea di Atene Appaltatori temono minacce da gruppi di estrema destra e residenti (ANSA)

(ANSA) - ATENE, 5 AGO - Un quarto tentativo di trovare un'impresa edilizia che si assuma l'incarico di costruire la tanto attesa moschea di Atene sarà fatto il mese prossimo dopo che tre gare d'appalto sono andate deserte perché diverse compagnie non si sono presentate nel timore di minacce e intimidazioni. Minacce da parte di gruppi di estrema destra come il filo nazista Chrysi Avgì (Alba dorata) o di residenti del quartiere ateniese di Votanikos dove il tempio islamico dovrebbe sorgere. Al progetto, però, si oppone strenuamente anche il vescovo del vicino quartiere del Pireo, Seraphim. Lo riferisce il quotidiano Kathimerini al quale Stratos Simopoulos, segretario generale del ministero delle Infrastrutture, ha dichiarato che la prossima gara per l'assegnazione dei lavori della moschea (per un valore di 946 mila euro), che sorgerà nel quartiere di Votanikos, sarà riservato solo a grosse aziende. (ANSA).

Usa: Obama delinea strategia per il mercato immobiliare Riforma mutui, sostituire Fannie-Freddie e incoraggiare capitale privato (ANSA)

(ANSA) - NEW YORK, 6 AGO - Un ruolo limitato del governo e piu' capitali privati: il presidente americano Barack Obama delineera' nelle prossime ore la propria strategia per il mercato immobiliare, quello al centro della crisi. E lo fara' - secondo indiscrezioni - anche tornando a chiedere al Congresso di rendere piu' semplice per i mutuatari il rifinanziamento dei propri prestiti. La riforma prevede l'addio a Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi del credito ipotecario nazionalizzati durante la crisi, che dovranno essere sostituiti possibilmente da una societa' di riassicurazione del governo che sosterra' perdite solo in circostanze catastrofiche. ''Un sistema riformato'' di finanziamento del mercato immobiliare ''deve avere un ruolo limitato del governo, incoraggiare il ritorno di capitale privato - afferma un rappresentate dell'amministrazione presentando il discorso che Obama terra' nelle prossime ore - e mettere il rischio ma anche l'eventuale successo associato ai prestiti immobiliari nella mani di attori del sistema privati, non dei contribuenti''. (ANSA).

Immobili: la crisi penalizza soprattutto gli affitti di Pasquale Fassina - Business Vox

Il binomio Imu-Crisi ha penalizzato fortemente il mattone. Poco conveniente oggi il mercato degli affitti mentre si allungano i tempi per realizzare plusvalenze.

Tornare sul mattone oggi è una scelta difficile, nonostante la contrazione dei prezzi conceda delle vere e proprie occasioni: l'investimento immobiliare non è più la meta preferita per i risparmi degli italiani, ma sfruttando location consolidate e repricing può tornare ad essere un affare per i privati con liquidità in cerca di asset duraturi.
La crisi del mercato immobiliare - Il binomio mattone-bene rifugio, però, oggi è messo in discussione dalla crisi immobiliare: il crollo delle compravendite nel 2012 (confermato dal -14,2% nei primi sei mesi del 2013) ha spinto le quotazioni degli immobili al ribasso, erodendo parte dei risparmi investiti dagli italiani. Le transazioni registrate dall'agenzia delle Entrate sono tornate ai livelli degli anni 80 e, per andare incontro alla domanda, i valori immobiliari hanno subito cali medi del 20% in termini nominali (che diventano del 30% in termini reali) dall'inizio della crisi ad oggi, con ulteriori ribassi in vista. Secondo le ultime previsioni elaborate da Nomisma, il 2013 dovrebbe chiudere a -5,6% per il residenziale, a cui si aggiungerà una discesa del 3,5% nel 2014.
La rivalutazione richiede pazienza - D'altro canto prezzi così bassi rendono appetibili asset un tempo fuori mercato e sul mercato si possono incontrare vere e proprie occasioni. Ma è davvero il momento di tornare a investire nel mattone? Chi cerca nel lungo termine la rivalutazione in conto capitale (guadagni derivanti dalla differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto) può dormire sonni tranquilli, secondo gli operatori. Tuttavia anche nei momenti più grigi di mercato il mattone resta un bene rifugio per i propri risparmi, per investimenti che durano non meno di dieci anni. Questo, quanto meno, è quello che è successo finora, con guadagni più o meno elevati a seconda della fase del ciclo immobiliare, considerando gli ultimi trent'anni di storia. Questo tipo di investimenti, di solito, vengono effettuati su immobili per uso diretto: prime o seconde case, immobili di proprietà oppure (è il caso più frequente) abitazioni per i figli e i nipoti.
Rendimenti in frenata - A frenare, invece, gli investitori sono soprattutto i rendimenti da locazione, quando si decide di mettere a reddito l'immobile: anche chi torna, con prudenza, a guardare al mattone a caccia di occasioni viene dissuaso dalla scarsa convenienza di queste operazioni. Secondo Nomisma, a metà 2013 i rendimenti potenziali lordi da locazione si attestavano al 4,8% per le abitazioni usate, al 4,9% per gli uffici e al 7,2% per i negozi. I valori netti, però, sono tutta un'altra storia: sul residenziale i rendimenti si avvicinano allo zero, penalizzati dal punto di vista fiscale e dal ribasso dei canoni d'affitto. In pochi oggi però comprano un'abitazione per metterla a reddito. Si dovrebbe infatti pagare il 10% sul costo dell'acquisto, oltre all'Imu che è quasi sempre al massimo sulle seconde case, considerate un investimento di lusso al pari con quelle nelle località di vacanza tenute a disposizione dei proprietari. Senza contare che non ci sono più detrazioni per l'affitto e si finisce in tutti i redditometri che controllano i redditi dichiarati.
Migliori sono i rendimenti degli altri asset immobiliari, dove però il rapporto rischio-rendimento è più elevato: negli ultimi 5 anni i piccoli negozi hanno garantito redditività più elevate delle abitazioni; uffici offrono un 6-7% lordo e, anche se ci vogliono circa sei mesi per trovare un inquilino, poi garantiscono canoni d'affitto per 12 anni. In questi casi bisogna conoscere bene il segmento di mercato e le location di riferimento, si tratta di investimenti più professionali. Per i più esperti, comunque, a parità di location rispetto al residenziale hanno prezzi inferiori e garantiscono affitti molto più elevati.