venerdì 12 luglio 2013

Campionato Italiano PF Golf a squadre al Golf Club Chervo' SanVigilio - Lago di Garda


Il giorno 17 luglio 2013 saremo al Golf Club Chervo' San Viglio di Pozzolengo - Lago di Garda (http://www.chervogolfsanvigilio.it/index.php?dir=pagine&file=home&id=70) in qualità di sponsor della importante gara "Campionato Italiano PFGolf a squadre.

Perché non ci venite a salutare?
Un simpatico omaggio (un voucher per un soggiorno a prezzo convenzionato e convenientissimo in Repubblica Dominicana) - e un fresco prosecco - per chi si presenterà !

Vi aspetto numerosi !
Gianluca 
www.luxuryandtourism.com

Rivoluzione urbanistica, basta bidonville Gli immobili privati in stato d’abbandono - a Milano sono 271 -potranno essere utilizzati per funzioni pubbliche - corriere.it

Lasci un edificio abbandonato e in preda al degrado per cinque anni? Interviene il Comune. Prima ti diffida a eseguire gli interventi di ripristino e messa in sicurezza. Poi, se non li fai, interviene direttamente e ti manda il conto a casa con relativa sanzione. Nel frattempo, nelle more, Palazzo Marino, se lo ritiene opportuno, «potrà attribuire a tali beni una destinazione pubblica o recuperare le aree». In altre parole, Palazzo Marino si riserva la possibilità di destinare quel determinato edificio ad edilizia sociale o a qualche altra funzione che non è presente in quella zona della città, rimanendo salva la proprietà privata.
A MILANO SONO 271 - Fino a quando il proprietario non salderà i conti. Non si tratta di poca cosa visto che gli edifici abbandonati a Milano sono 271. Una bidonville dalle dimensioni di un paese nemmeno tanto piccolo. Se la norma dovesse passare (e non è detto, vista la portata dell'intervento) rappresenterà un incentivo radicale per modificare in positivo la faccia della città. Al via la rivoluzione dell'Urbanistica. Giovedì, il vicesindaco e assessore Ada Lucia De Cesaris ha presentato le linee guida del nuovo Regolamento edilizio. L'ultima versione risale al 1999. E da giovedì è partito il lungo iter (giunta, commissioni, consiglio, osservazioni, approvazione) che, integrando e rivedendo norme e regole del costruire, porterà all'adozione del regolamento. Tante le novità inserite nel testo: dagli incentivi volumetrici per chi costruisce green, alla possibilità di rendere abitabili alcuni seminterrati, passando per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
SALE GIOCHI - Ma il Regolamento contiene anche un altro importante divieto. Su un argomento all'ordine del giorno in tutte le grandi città. Il divieto di aprire sale gioco a meno di 200 metri da «scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, edifici e locali di aggregazione giovanile, parchi gioco, caserme, chiese e luoghi di culto, ospedali, cliniche, residenze per anziani e luoghi di cura, luoghi di particolare valore civico e culturale quali musei e sedi di associazioni e di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza». Il divieto si estende anche a quegli edifici «che ospitino funzioni residenziali» e palazzi vincolati.
CORTILI E BICICLETTE - Passiamo a un altro tema molto sentito dai milanesi. I cortili e le biciclette: «Nei cortili delle nuove costruzioni devono essere individuati spazi idonei per il parcheggio delle biciclette di chi abita o lavora nella misura maggiore tra almeno un posto bici ogni unità immobiliare e un posto bici ogni 100 mq di slp, superficie lorda di pavimentazione». Inserito anche l'invito di favorire «nei cortili, così come nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private», il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali».
Nuove norme anche per quanto riguarda la dimensione minima degli alloggi: si scende da 30 a 28 metri quadrati. Ridotte anche le dimensioni minime delle camere a un posto letto (8 metri) e a due posti letto (12 metri). Introduce una superficie utile minima di 17 mq per il soggiorno con spazio di cottura. Invece i bagni non avranno superfici utili minime ma dimensioni adatte ad ospitare complessivamente la dotazione minima di apparecchi sanitari. Questo permetterà di recuperare tanti alloggi Aler e del Comune che adesso sono fuori legge perché al di sotto degli standard di abitabilità.
SICUREZZA - Altra novità che riguarda la sicurezza. Tutti i fabbricati, entro 30 anni dalla data di collaudo delle strutture dovranno essere sottoposti a una verifica di idoneità statica ogni 15 anni. Chi si ritrova con un edificio il cui collaudo risale a più di 30 anni fa dovrà provvedere alla verifica. Se non lo fa viene meno l'agibilità dell'edificio o delle parti non certificate. «Ora ascolteremo la città - spiega la De Cesaris - parte un periodo di confronto per trovare un percorso condiviso. Abbiamo posto attenzione ai problemi principali della città».

Inutilizzati 273 edifici a Milano, si amplia la forbice dei prezzi tra centro e periferia (Il Sole 24 Ore)


Sono 273 gli immobili e le aree inutilizzate individuate dal Comune di Milano, dentro e fuori la cerchia dei Bastioni. Una mappatura che restituisce il peso di un fenomeno, quello dell'abbandono e dello sfitto, che nel capoluogo lombardo condiziona l'andamento del mercato immobiliare. Si è appena concluso il censimento avviato qualche mese fa dall'amministrazione: «A Milano c'è soprattutto un grande problema nel terziario, sono diversi gli uffici inutilizzati che richiederebbero un ammodernamento», afferma l'assessore all'Urbanistica del Comune di Milano, Ada Lucia De Cesaris.

Concentrati soprattutto nella zona est della città, trovano il loro simbolo nel patrimonio ex Ligresti oggi dismesso, tra tutti nella torre Galfa. Ma gli uffici sono solo una parte degli oltre 270 luoghi abbandonati: una cinquantina sono immobili di proprietà pubblica e, tra gli altri, si contano diverse palazzine sfitte, cantieri non finiti e intere aree edificabili in stand-by per un titolo edilizio annullato o il fallimento dell'impresa. «La vera partita di Milano è il recupero del patrimonio esistente – aggiunge l'assessore –. Stiamo lavorando per mettere in atto un patto, con la collaborazione di tutti gli operatori, per agevolare ipotesi di affitto moderato o di futura vendita con riscatto. Nel frattempo, però, bisogna attivare forme di garanzia degli investimenti». L'amministrazione ha chiarito fin dall'inizio le sue priorità e la mappatura non è altro che l'ultimo tassello di un puzzle finalizzato a ricomporre il tessuto urbano, aggiungendo servizi e funzioni pubbliche per i cittadini.

La risposta dei privati finora è stata positiva. «Abbiamo deciso di dare attuazione all'unica norma che oggi ci consente di intervenire sul patrimonio inutilizzato, l'articolo 24 del regolamento edilizio vigente sulla messa in sicurezza degli edifici e la tutela del decoro urbano», racconta la De Cesaris. Così, all'inizio, sono partite più di 400 lettere intestate ai proprietari immobiliari, invitandoli a dialogare con l'amministrazione per trovare insieme una strada percorribile nella rigenerazione degli asset. I destinatari sono piccoli operatori, grandi proprietari immobiliari, banche che detengono patrimoni e diverse attività fallite.
Per agevolare i recuperi, poi, il Comune ha voluto migliorare gli strumenti urbanistici a disposizione degli operatori: la delibera di giunta n. 886 del 10 maggio 2013 consente di demolire i manufatti inutilizzati senza perdere la volumetria, anche se l'operatore non è in grado subito di progettare e avviare il recupero. «Consente alle imprese di prendere tempo – spiega l'assessore – ai proprietari chiediamo solo di dirci, entro un anno dalla demolizione, cosa intendono fare e poi gli concediamo tre anni per ricostruire».

In realtà, a frenare le rigenerazioni sono spesso le vicende giudiziarie: «Tralasciando i sequestri però – aggiunge l'assessore – non c'è alcuna magistratura che ci obbliga a mantentenere inutilizzato e dimesso il patrimonio. Il caso di Santa Giulia dimostra che, indipendentemente dal procedimento penale in corso, si può iniziare a recuperare e bonificare. Basta farlo in modo trasparente, avviando un dialogo con la magistratura».
Nel frattempo, secondo Nomisma, le quotazioni immobiliari a Milano sono scese (in tutti i settori) del 15-16% rispetto al picco di mercato pre-crisi, con una polarizzazione sempre più marcata tra zone centrali e periferie. A preoccupare è l'allungamento dei tempi medi di vendita, arrivati intorno ai 7 mesi e mezzo sul residenziale usato, mentre lo sconto riconosciuto in trattativa sul nuovo è passato dall'8,4% al 10 per cento. Questi dati, si legge nell'osservatorio Nomisma, «testimoniano la perdurante esiguità e selettività della domanda, a fronte di un'offerta sovrabbondante e in ulteriore preoccupante crescita».

A confermare la fase stagnante del mercato a Milano sono gli operatori immobiliari: «A parte alcune operazioni finanziarie di una certa dimensione, che testimoniano l'appetibilità della piazza milanese – afferma Antonio Anzani, neo presidente dell'associazione dei developer Aspesi Milano –, il resto è tutto completamente fermo. Quello che manca è il motore finanziario che sostiene la domanda».

Imu: ingegneri, ok su immobili che producono reddito Sostenere edilizia, settore strategico per ripresa (ANSA)


(ANSA) - ROMA, 11 LUG - "Ogni provvedimento che cerca di mettere in sesto l'edilizia va perseguito con grande determinazione, essendo un settore strategico per il Paese, al momento però in profonda crisi". Tutte le azioni e le misure che possano aiutare a sostenerlo sono dunque auspicabili, sostiene il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano. Sempre in tema Imu, "l'azione del Governo potrebbe essere orientata a prevedere questa tassa solo sugli immobili che producono reddito, andando ad incidere su tutte quelle situazioni che generano introiti", suggeriscono gli ingegneri. Un meccanismo che sposterebbe il raggio d'azione dal valore della proprietà a quella del reddito, evitando così che si possa associare ad una sorta di "tassa espropriativa". (ANSA).

Tracciabilità degli immobili, intesa tra notai e agenti immobiliari - veneziatoday.it



Non una semplice formalità: il progetto prevede l'istituzione di una sorta di "carta d'identità" dell'immobile consultabile dal cliente ancor prima di concludere l'affare. La firma lunedì 15 luglio
È il primo protocollo d’intesa in Italia per la tracciabilità degli immobili: nasce a Venezia ed è un patto stretto tra i notai e gli agenti immobiliari aderenti alla Fiaip (la Federazione italiana agenti immobiliari professionali) della provincia di Venezia. Un atto di tutela nei confronti del consumatore e di contrasto all’abuso della professione di agente immobiliare. Non una semplice formalità, ma un passo concreto sul fronte delle compravendite immobiliari che, con il patrocinio della Camera di Commercio, parte da Venezia e prevede l’istituzione di una sorta di "carta d’identità" dell’immobile consultabile dal cliente ancor prima di concludere l’affare. E’ una novità che rappresenta anche un vantaggio economico per il consumatore.
L’iniziativa verrà presentata agli agenti immobiliari Fiaip della provincia di Venezia, e anticipata da un'incontro nel corso della quale verrà siglato il protocollo d’intesa, lunedì 15 luglio alle 10e30, nella sede del Novotel di Mestre di via Ceccherini.

Ville e immobili di pregio: 73mila «case di lusso» non rientrano nella sospensione Imu di Gianni Trovato - Il Sole 24 Ore



Secondo il Fisco la casa media italiana vale 79.140 euro, e nel Paese esistono solo 73.273 case «di lusso» (immobili di pregio, ville e castelli) che sono escluse dalla sospensione dell'Imu sull'abitazione principale e valgono in media poco meno di 499mila euro.
I numeri emergono dalle tabelle depositate in commissione Finanze dal ministero dell'Economia in risposta a un'interrogazione parlamentare. Nelle tabelle, che per la prima volta dettagliano in modo puntuale numeri e valori di ogni categoria di immobili, si legge anche che i capannoni, alle prese quest'anno con il nuovo incremento di valore imponibile (e quindi di Imu) deciso nel 2011 sono 1,4 milioni, e valgono in media 470.391 euro, i negozi sono poco meno di 2 milioni e gli studi e uffici sfiorano le 644mila unità.
Le tabelle ministeriali offrono una nuova conferma, dati alla mano, del fatto che la querelle sull'abitazione principale coglie solo un aspetto di un problema molto più ampio, anche dal punto di vista economico. Proprio oggi l'Ance, l'associazione dei costruttori, ha diffuso i propri calcoli secondo i quali rispetto a sei anni fa le compravendite annuali di abitazioni in Italia hanno perso 74 miliardi di valore, 11.200 imprese edili sono fallite, e il 30% delle aziende del settore non sono in condizioni di reggere un altro anno per mancanza di liquidità.
Una dinamica che ha fatto perdere all'edilizia 690mila posti di lavoro mentre, secondo le stime, 50-80mila persone oggi in cassa integrazione potrebbero non essere reintegrate: in questo quadro, accanto ai mancati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, secondo il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti «l'Imu ha contribuito in modo determinante», per cui va corretta in fretta.
Sull'agenda della riforma pesa però come un macigno lo scontro politico che si è riacceso dopo la decisione della Cassazione di fissare per il 30 luglio l'udienza del processo Berlusconi sul caso Mediaset. In attesa di decisioni, il dibattito prosegue: «Sono d'accordo con Buzzetti - ha spiegato per esempio il presidente della commissione Finanze Daniele Capezzone, sui cui tavoli stanno passando tutti i dossier fiscali del momento a partire dalla legge delega - e serve subito uno shock». «L'Imu - gli ha fatto eco il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi - andrebbe studiata all'università come caso di bad practice».

giovedì 11 luglio 2013

Spagna: a maggio vendita alloggi scende del 3,7% Ma da inizio anno mercato registra incremento del 7% (ANSA)


(ANSA) - MADRID, 11 LUG - L'incertezza economica rende molto instabile il mercato immobiliare spagnolo che è tornato a registrare un segno negativo: a maggio si è avuto un meno 3,7% rispetto allo stesso mese del 2012, con un totale di 26.222 operazioni. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale di Statistica (INE). Da dicembre il mercato aveva fatto registrare tutti indici positivi tranne a marzo. Il calo è dovuto a una maggiore contrazione nelle vendite degli alloggi nuovi (-10,3%) che hanno generalmente anche prezzi maggiori. Dall'inizio dell'anno, tuttavia, il mercato immobiliare segna un +7%, con oltre 146.000 transazioni. Secondo i dati dell'INE, il numero degli acquisti delle abitazioni fuori dai centri è aumentato a maggio del 10,6% su base annua, mentre quello delle proprietà nelle aree urbane è sceso dell'1,4%.(ANSA).

Fisco: censiti 61,6 milioni unità immobiliari L'imponibile Imu medio per unità è di 69.544 euro (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Sono complessivamente 61,6 milioni le unità immobiliari censite al catasto alla fine del 20.123. L'imponibile Imu medio per unità è di 69.544 euro. Per le abitazioni, ovvero gli immobili che fanno parte del gruppo catastale 'A', l'imponibile medio è di 82.149 euro, con le case di lusso (73.273 immobili tra appartamenti signorili, ville e castelli) che hanno un imponibile medio di 498.703 euro. E' quanto risulta da alcune tabelle depositate dal ministero dell'Economia alla Commissione Finanze della Camera in risposta ad una interrogazione parlamentare.(ANSA).

Mercato immobiliare fermo, -74 mld euro di acquisti in 6 anni Ance, Imu ha contribuito in maniera determinante a caduta (ANSA)


(ANSA) - ROMA, 11 LUG - "Il mercato della casa è praticamente fermo: l'acquisto di nuove abitazioni da parte delle famiglie ha subito un crollo di 74 miliardi di euro rispetto a 6 anni fa". Lo ha detto il presidente Ance Paolo Buzzetti all'assemblea dei costruttori. "L'Imu - ha aggiunto - ha contribuito in modo determinante a questa caduta".(ANSA).

Eurostat: prezzi case in calo nell'Eurozona, -2,2% Nel I trimestre diminuiti in Italia del 5,7% e in Spagna del 12,8 (ANSA)


(ANSA) - BRUXELLES, 11 LUG - Il prezzo delle abitazioni è calato del 2,2% nell'Eurozona, in Italia è scivolato del 5,7% mentre in Spagna è crollato del 12,8% in un anno. Forte calo anche in Olanda (-7,2%) e Portogallo (-7,3%). Flessione anche in Francia (-1,4%). Sono i dati Eurostat del primo trimestre 2013, anno su annp. Nella Ue a 27 il calo è stato più contenuto (-1,4%). Questa la progressione del calo in Italia di trimestre in trimestre rispetto al precedente: -0,8% (2/o 2012), -1,7% (3/o 2012), -2,2% (4/o 2012), -1,1% (1/o 2013). (ANSA).

Immobiliare: aumentano mutui per acquisto seconda casa (wallstreetitalia.com)

Nonostante l'Imu e la crisi. Ma andando a guardare bene il dato, si nota che i finanziamenti erogati dalle banche -18,6% su base annua.


ROMA (WSI) - Nonostante l'Imu e la crisi, il mercato di chi compra un`abitazione per le vacanze o da mettere a reddito tiene. È questo il risultato dell`indagine svolta dal portale Mutui.it, in collaborazione con Facile.it: i mutui seconda casa passano, in un anno, dal 4% al 6% del totale dei finanziamenti erogati.

L`analisi, condotta confrontando le erogazioni di mutui nel primo semestre 2013 con quelle dello stesso periodo del 2012, evidenzia come, tuttavia, si siano ridotte sia la cifra richiesta sia quella erogata: l`importo medio che si cerca di ottenere si ferma a circa 125.000 euro, il 10% in meno rispetto al 2012, mentre il valore concesso mediamente dalle banche scende a 98.000 euro, ben il 18,6% in meno, afferma Mutui.it.

"Che la percentuale di erogazioni per l'acquisto di una seconda abitazione sia in leggero aumento rispetto allo scorso anno - dichiara Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell'azienda - è interpretabile da un lato alla luce del calo dei prezzi del mattone, forte soprattutto in alcune zone d'Italia, e dall'altro perché resiste una piccola percentuale di italiani che non ha problemi ad ottenere un mutuo e, sfruttando la propria storia creditizia e i propri risparmi, investe ancora negli immobili".

Il mutuo accordato dalle banche andrà a coprire una percentuale che non arriva nemmeno alla metà del valore dell'immobile: il cosiddetto loan to value, il rapporto tra la cifra erogata e il valore dell'abitazione, si ferma - afferma Mutui.it - al 47% (era il 51% un anno fa).

"Viste le cifre, si capisce come gli immobili oggetti di acquisto non siano certamente di lusso: anche il valore medio degli immobili si è contratto, in un solo anno, del 9%, dato che conferma l'idea si tratti di investimenti di medio livello", osserva Mutui.it.

La durata dei mutui seconda casa, stando ai dati, è più bassa di un anno fa: 19 anni contro i 21 del primo semestre 2012; l'età del richiedente, invece, resta stabile: chi compra una seconda abitazione ha, mediamente, 43 anni. (TMNEWS)

Le conseguenze della bolla immobiliare in Italia - Lavoce.info

Nel primo decennio Duemila l’edilizia italiana è stata favorita da una bolla immobiliare e da altre condizioni di vantaggio. Il risultato sono case nuove in eccesso rispetto alla domanda e investimenti tolti a settori più produttivi. Per tornare a crescere bisogna guardare ad altri settori.
di Marco Spampinato (lavoce.info)
La bolla
L’espressione bolla indica una dinamica in cui i prezzi non sono determinati dall’incontro tra domanda e offerta, ma da aspettative continue di rialzo. Quando una bolla speculativa altera le convenienze a investire tra settori, il processo di sviluppo economico risulta modificato.
Nel decennio passato l’edilizia italiana non è stata solo favorita dalla bolla immobiliare, ma anche da altri vantaggi nella gestione degli appalti di lavori pubblici. (1) L’esaurimento di queste condizioni di favore è premessa per una ripresa della competitività dell’economia italiana nel suo insieme, oltreché per nuove politiche pubbliche per la crescita del capitale umano e dell’occupazione.
Prezzi e nuove costruzioni negli ultimi venti anni
La stima più importante dei prezzi in serie storica è ancora quella di Nomisma, benché di recente l’Istat abbia migliorato le statistiche di settore. (2)
A partire dal 1998, e fino al 2007, l’andamento dei prezzi immobiliari cumula una inflazione totale del 71 per cento, con una media annua del 10 per cento. Da qui in avanti si ha stabilità e una lieve deflazione. Lo stesso andamento, accentuato, hanno le variazioni reali annuali dei prezzi, differenza tra inflazione immobiliare e variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (grafico 1).
Grafico 1 – Variazioni semestrali dei prezzi delle case, variazioni annuali reali, numero di abitazioni progettate e costruite nell’anno, variazioni del valore aggiunto
variazioni-sem-prezzi-caseNota: elaborazione su: dati Nomisma, stime su base semestrale dei prezzi nelle tredici maggiori aree urbane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma; serie ricostruita dall’Istat per il numero di nuove abitazioni progettate e costruite (la serie unifica la rilevazione dei permessi di abitabilità, di agibilità e delle licenze di costruzione (fino al 1984), la rilevazione sull’attività edilizia (fino al 2004), la rilevazione statistica dei permessi di costruire (dal 2005); dati Istat per l’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai ed impiegati, e per il valore aggiunto ai prezzi di mercato (valori concatenati espressi all’anno di riferimento 2000).
 Grafico 2 – Permessi di costruzione e superficie media delle abitazioni, anni Duemila
permessi-costruzioniFonte: elaborazione su dati Istat, nuova serie sui permessi di costruire
Il numero di nuovi appartamenti costruiti ogni anno segue dall’inizio del primo decennio Duemila la crescita dei prezzi, arrivando a oltre 300mila nel 2005. Dopo il 2007, la produzione scende ai livelli degli anni Novanta. Le variazioni dei prezzi e dell’offerta hanno un buon accostamento all’andamento del valore aggiunto dell’intera economia negli anni Novanta; al contrario, durante la bolla speculativa non vi è correlazione tra mercato immobiliare e crescita economica (grafico 1).
Considerando come fisiologica una produzione media di poco inferiore a 200mila case all’anno, si può attribuire al periodo 2000-2007 la costruzione di circa 820mila case in più di quelle che si sarebbero costruite senza la dinamica speculativa, che peraltro ha favorito la realizzazione di appartamenti sempre più piccoli (grafico 2).
Il comparto immobiliare sostiene che l’incremento dell’offerta e dei prezzi non è dovuto a una bolla speculativa, ma alla crescita della domanda, conseguenza di un’ondata demografica. Per dare credito all’obiezione ho calcolato la popolazione in età 25-40 anni negli ultimi due decenni. I giovani potenzialmente interessati all’acquisto di una prima casa sono circa 500-600mila. Pertanto il livello di produzione degli anni Novanta sarebbe stato sufficiente a soddisfare la domanda aggiuntiva in meno di tre anni anche se tutti avessero voluto acquistare da single.(3) La rapida inflazione ha consentito invece molti investimenti speculativi. D’altra parte, una forte inflazione sulla casa aumenta le rate del mutuo, o richiede più disponibilità di risparmio: non è quindi nell’interesse di giovani che acquistano il bene perché necessario.
Gli investimenti in edilizia
Il deflatore del valore aggiunto è una misura approssimata delle dinamiche settoriali nei prezzi dei prodotti finiti; offre quindi una indicazione su come cambia la convenienza a investire: le aspettative degli investitori infatti si aggiustano per seguire i profitti attesi, a loro volta correlati alle dinamiche di prezzo. (4)
Il settore delle costruzioni è uno dei tre a maggiore dinamica inflattiva dal 1970 in avanti (grafico 3); leggendo i dati per decenni si scopre che si avvantaggia soprattutto negli anni Duemila (grafico 4). Agricoltura e industria sono al contrario sempre caratterizzate da inflazione più modesta, poiché la concorrenza e le minori relazioni con la politica riducono le possibilità di aumenti nei prezzi. (5)
 Grafico 3 – Deflatore del valore aggiunto per settori (base 1970=100)
economia-italiaFonte: elaborazione su dati Istat di contabilità nazionale.
Grafico 4 - Deflatore del valore aggiunto per settori (ogni anno iniziale del decennio = 100)
deflatore-valore-aggiuntoFonte: elaborazione su dati Istat di contabilità nazionale.
Durante la bolla speculativa, il rapporto tra impieghi bancari nel settore delle costruzioni e impieghi nel settore manifatturiero cresce continuamente: gli impieghi in edilizia giungono a pesare il 60 per cento degli impieghi nel manifatturiero, che si riducono anche rispetto all’investimento nei servizi (grafico 5). (6) Poiché l’edilizia ha una produttività media comunque inferiore a quella manifatturiera, il processo ha ridotto la produttività aggregata della nostra economia.
Grafico 5 – Finanziamenti del sistema bancario alle imprese (1998-2011)
industriaFonte: elaborazione su dati Banca d’Italia
Il lamento dei costruttori edili è quindi fuori luogo. (7) Una tassazione progressiva sugli immobili può contribuire a ridurre l’incentivo alla rendita rispetto all’investimento in progetti a maggiore produttività e a rendimento differito. In questo modo l’Italia può tornare a scommettere su settori a maggiore domanda di conoscenza, sul capitale umano e su nuove politiche pubbliche.
(1) Una ricerca valutativa sul mercato dei lavori pubblici sotto soglia comunitaria è stata pubblicata nella Rivista Giuridica del Mezzogiorno: Marco Spampinato, “Il mercato come eccezione. Regole di esclusione automatica, convergenza strategica e cartelli di fatto nei mercati regionali dei lavori pubblici, 2000-2006”, in Rivista giuridica del Mezzogiorno 3/2012, pp. 537-612.
(2) L’Italia non ha una tradizione di buone statistiche in questo settore. Una spinta a migliorare proviene da regolamenti e direttive comunitarie.
(3) Se si ipotizza più realisticamente che circa 300mila “giovani coppie” abbiano voluto comprare una casa nuova nel periodo 2000-2007, si ha comunque un eccesso di offerta di circa 500mila case. Anche se si tenesse conto delle difficoltà a trovare “la casa giusta” nel luogo di residenza, si dovrebbe considerare parimenti l’entità del patrimonio immobiliare usato disponibile.
(4) Il deflatore del valore aggiunto settoriale, come il deflatore del Pil, è dato dal rapporto tra il valore aggiunto a prezzi correnti e il valore aggiunto a prezzi costanti di un anno base. Nei grafici i deflatori sono costruiti con numeri indici del valore aggiunto a prezzo costanti (prezzi 2000), e numeri indici del valore aggiunto di ciascun settore a prezzi correnti, con base 1970=100  nel primo grafico, e con base all’anno iniziale di ciascun decennio nel secondo grafico.
(5) Per approfondire le cause e le relazioni tra costruttori e politici si dovrebbero valutare gli effetti di deregolamentazioni normative come il silenzio-assenso, per la concessione della agibilità su nuove costruzioni spesso viziate da irregolarità. Il grado di irregolarità varia sul territorio, così come il legame con la politica. Tra i tanti saggi e ricerche disponibili, segnalo Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Einaudi, 2010 e Rocco Sciarrone (a cura di), Alleanze nell’ombra, mafie ed economie locali in Sicilia e nel Mezzogiorno, Donzelli, 2011.
(6) L’erogazione di prestiti per investimenti in edilizia non ha finanziato solo la realizzazione di nuovi immobili, ma anche l’acquisto di immobili preesistenti per diversi scopi, tra i quali anche quelli speculativi (acquisti e cessioni di immobili di privati o provenienti dalle dismissioni del capitale immobiliare di enti pubblici).
(7) Nel mentre lamenta il deterioramento delle condizioni favorevoli avute fino ad oggi, la lobby degli edili di Confindustria presenta anche alcuni grafici esplicativi dell’abnorme crescita degli investimenti nel decennio passato. Si veda la serie storica di investimenti espressi a prezzi costanti, ricostruita dal 1970, in Ance, Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, giugno 2012, p. 58
*Sono laureato in Scienze Politiche (Perugia, 1993) con un indirizzo di studi in analisi quantitativa per le scienze sociali, ed ho conseguito un Master in Economics (Torino, 1995). Ho lavorato come analista sulle politiche di sviluppo regionale, e come ricercatore sui comportamenti di mobilità e sulle politiche dei trasporti; dal 2003 sono stato componente dell’Unità di valutazione degli investimenti pubblici (presso il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione) per due quadrienni, fino al febbraio 2011. I miei nuovi interessi di ricerca riguardano la psicologia dell’apprendimento, cultura e valori nello sviluppo umano, le connessioni tra psicologia, economia e politica.

Scambiare casa per andare in vacanza di Paola Dezza - Il Sole 24 Ore



Un trullo in Puglia scambiato con una casa di Milano. Una dimora sul lago di Como in cambio di una villa ai Caraibi o ancora uno stazzo gallurese (Sardegna) contro un appartamento a Barcellona. È il cuore dello scambio casa, la scelta di andare in vacanza "barattando" per un breve periodo – in genere 15 giorni - la propria abitazione, prima o seconda, in città, al mare o in montagna.


Weekend lunghi o vacanze di una settimana hanno ormai preso il posto del classico mese di ferie con tutta la famiglia. A pesare sulle scelte degli italiani, e non solo, negli ultimi anni è stata la crisi economica che ha cambiato anche le abitudini e le scelte di movimento con finalità turistiche.
In questo contesto la decisione di viaggiare con lo scambio casa potrebbe essere premiante: ci si puà comunque muovere, con tutta la famiglia, a costi accessibili, e per periodi non troppo brevi. Nel mondo.
È quanto promettono i circuiti di scambio casa, apprezzati dai turisti curiosi, di istruzione medio-alta, che scelgono di fidarsi del prossimo, controparte della quale utilizzano la casa affidandogli la proprio prima abitazione o l'appartamento al mare o in montagna.
Una ricerca effettuata dall'università di Bergamo, effettuata intervistando online gli oltre 46mila soci in 154 Paesi del mondo (ma hanno risposto in 7mila) di HomeExchange.com (fondata nel 1992 in California, la branch italiana è scambiocasa.com), mette nero su bianco preferenze e identikit di chi cede la propria casa per un breve periodo in cambio di un'altra soluzione nel mondo.
Ad esempio, il tipico soggetto che sceglie lo scambio casa viaggia con la propria famiglia (il 49% di loro con figli) e proviene da tutti e cinque i continenti, con Stati Uniti, Francia, Spagna, Canada e Italia in cima alla classifica.
Quanto costa l'iscrizione?
L'iscrizione a Scambiocasa.com può essere trimestrale o annuale e, per quest'ultima opzione, è previsto un secondo anno omaggio, nel caso in cui nel primo anno non vengano effettuati scambi. Si può scegliere tra tre tipologie di iscrizione: Bronze, gratuita, che non da la possibilità di inviare e ricevere proposte di scambio, ma solo di visualizzare le schede presenti all'interno del circuito per iniziare a capire come funziona il meccanismo; Silver, a un costo di 7,95 euro al mese, se si sceglie di pagare mensilmente per 12 mesi, 11,95 euro al mese se si sceglie un abbonamento trimestrale. Questo tipo di iscrizione permette di entrare a far parte a tutti gli effetti del circuito; Gold che, al costo di 500 dollari l'anno (389 euro), include il servizio Concierge e la possibilità di effettuare un numero illimitato di scambi senza alcun costo aggiuntivo. Oltre ai servizi Silver, con l'abbonamento Gold è possibile inviare richieste e ricevere proposte anche da parte dei clienti che rientrano nel circuito HomeExchangeGOLD.com, riservato alle dimore di lusso. Sia l'abbonamento Silver che quello Gold si rinnovano automaticamente allo scadere dell'anno, ma possono essere disdetti in qualunque momento.
Homelink.it, altro network del settore che in Italia ha 800 associati e 14mila iscritti nel mondo, chiede invece una fee annuale di 120 euro (60 euro se l'iscrizione è per sei mesi, 220 euro per due anni), e al posto dell'assicurazione il network chiede 20 euro che finiscono in un fondo gestito direttamente dall'associazione per rimborsare eventuali inconvenienti, come la rottura di una lampada o una multa non pagata, con rimborsi fino a mille euro. "Non abbiamo sentito la crisi – dice la responsabile per l'Italia Annalisa Rossi Pujatti – dato che l'anno scorso gli iscritti sono saliti del 10%".
Homelink festeggia quest'anno i sessant'anni dalla fondazione, anche con un libro che racconta le esperienze di chi ha aderito al network.
Ci sono anche altri siti come knok.com che ha una banca dati di 2.400 case in cerca di "scambio" e offre un mese di prova gratuito oppure homeforhome.com, di matrice spagnola.
Come fare per accedere al servizio?
Una volta fatta l'iscrizione e pagata la quota si accede al sito internet con le proposte di scambio in tutto il mondo. In rete si possono vedere le case messe nel circuito e accedere al profilo di chi si propone per scambiare la casa. Attivando la propria scheda cliente, con tutte le informazioni e le foto relative alla casa, si possono inviare e ricevere le proposte. I questionari sono molto dettagliati, con tanto di informazioni sulla composizione del nucleo famigliare, sulla presenza di animali domestici, sulla possibilità di avere un'auto a disposizione e così via. La liberta è massima dato che lo scambio può anche non essere simultaneo. L'evoluzione del servizio negli ultimi anni ha permesso ai network di includere anche le proposte last minute, per gli indecisi, e il segmento delle abitazioni di lusso, dalle ville ai Caraibi a qualche castello francese, solo per fare qualche esempio.

Nomisma: calano del 6% le compravendite e del 5,6% i prezzi nel 2013. Giù Firenze, tiene Napoli di Emiliano Sgambato - Il Sole 24 Ore

Compravendite che a fine hanno saranno ancora in negativo del 6% dopo il "terribile" 2012 che ha lasciato sul campo un quarto degli scambi rispetto al 2011, erogazioni di mutui che non ripartono e prezzi ancora in discesa: -5,2% rispetto ad un anno fa e prospettive di calo anche per finr anno (-5,6%), 2014 e 2015. È la fotografia scattata da Nomisma al mercato immobiliare, che oggi ha presentato agli operatori il rapporto quadrimestrale che monitora 13 grandi città italiane.

«Si confermano fosche le percezioni degli operatori riguardo l'andamento del mercato residenziale nei prossimi sei mesi», si legge nell'Osservatorio. Dal monitoraggio emerge infatti come più del 50% degli intervistati ritiene verosimile un ulteriore calo delle compravendite e quasi il 70% prevede un calo dei prezzi delle abitazioni.Il sentiment degli operatori sui prezzi conferma il suo andamento fortemente negativo. La sensazione è chiara: i valori immobiliari devono ulteriormente calare, considerando il dimezzamento delle compravendite realizzatosi negli ultimi sei anni, e a cui occorre aggiungere un'ulteriore revisione al ribasso delle aspettative sul fronte delle quantità scambiate. Un segnale di miglioramento delle aspettative si coglie al riguardo dei canoni di locazione, ma questo non mitiga l'attesa degli operatori rispetto a un nuovo calo dei valori. «Non è possibile – per Nomisma – parlare di una vera e propria ripresa vista l'incertezza e la precarietà del quadro marcoeconomico»

Esaminando l'orizzonte temporale 2006-2012 le transazioni di abitazioni sono passate da 870mila unità a 444mila. Il trend, secondo i dati dell'agenzia delle Entrate, si è confermato nel primo trimestre 2013 (-14,2% comparando lo stesso periodo 2012). In questo contesto Nomisma stima per il 2013 un -6% di compravendite (al di sotto delle 420mila unità). La lenta risalita dovrebbe, congiuntura economica permettendo, iniziare solo nel 2014 (a quota 470mila) e proseguire nel 2015 (500mila unità).
Sul fronte prezzi Nomisma prevede per il 2013 un calo superiore al 5% dei prezzi in tutti i comparti. L'istituto di ricerca inoltre stima che l'andamento deflattivo proseguirà anche nel 2014 e 2015 con intensità in ogni caso decrescente. I tempi medi di vendita di sono ulteriormente allungati raggiungendo una media di 8,5 mesi per l'acquisto di abitazioni, 10,4 mesi per gli uffici, 9,8 mesi per i negozi e 7 mesi per i box. Per tutte le tipologie di immobili in un anno l'allungamento dei tempi è stato di un mese e mezzo circa.
Il mercato immobiliare italiano per Nomisma è caratterizzato da un «evidente eccesso di offerta e da una domanda esigua e selettiva»: occorre quindi «un riprezzamento coerente con la mutata percezione di rischiosità degli asset e il riposizionamento non temporaneo delle banche rispetto agli impieghi immobiliari». Pur nel quadro a tinte fosche, sono almeno 800mila però i nuclei familiari che ancora oggi si dichiarano pronti ad acquistare casa. Ma il difficile accesso al credito resta un muro difficilmente sormontabile. Sul fronte mutui viene rilevato come «il drastico calo delle erogazioni registrato nel 2012 si è riflesso sulla quota di mercato sostenuta dal credito». La fotografia è stata fatta dall'agenzia delle Entrate: 44,8% i contratti di acquisto assistiti da mutuo con iscrizione ipotecaria nel 2011, 37% nel 2012. Lo stesso trend viene rilevato da Nomisma nelle 13 grandi città: le compravendite assistite da mutuo per i primi sei mesi dell'anno sono state il 41,6%.


Per quel che riguarda le singole città - su cui Casa24 Plus domani in edicola dedicherà un approfondimento - il calo dei prezzi più marcato si è registrato a Firenze (-6,2%) e a Torino (-5,9%), mentre in tenuta risulta Napoli (-4%). Roma fa segnare -5,3% e Milano -5,2%. In valori assoluti al metro quadro guida la classifica Venezia con 3.436 euro medi al metro, ma con il pregio che arriva oltre 8mla euro. Attorno ai 3.250 euro al mq i prezzi a Roma e Milano.
Per le abitazioni usate il divario medio tra prezzo richiesto e prezzo effettivo di acquisto è del 16,5% con la fornice massima toccata a Palermo (20%). Si alungano ovunque i tempi medi di vendita che raggiungono i 9 mesi per il nuovo (dai 12 di Venezia Mestre ai 7-8 di Nopoli e Palermo.

Commissione europea a caccia di idee per eco-edilizia Da edifici 42% consumi energia finale, consultazione è online (ANSA)

Commissione europea a caccia di idee per eco-edilizia

(ANSA) - BRUXELLES, 10 LUG - La Commissione europea è a caccia di buone idee per ridurre l'impatto dell'edilizia sull'ambiente. Gli edifici 'mangiano' risorse quando vengono progettati, costruiti, utilizzati e demoliti, con effetti in termini ambientali, di lotta ai cambiamenti climatici e di consumi di energia. Di qui il lancio di una consultazione online rivolta a cittadini, imprese, ong e autorità (http://ec.europa.eu/environment/consultations/buildings_en.htm) , aperta fino al primo ottobre. Oltre ai tradizionali consumi di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione, nell'Ue gli edifici nel periodo di utilizzo pesano sul 42% dei consumi di energia finale, sul 35% delle emissioni di gas serra. Secondo i dati di Bruxelles, nella fase di costruzione e utilizzo l'edilizia consuma il 50% di tutti i materiali estratti nell'Unione e il 30% dell'acqua, mentre considerando le fasi di costruzione, demolizione e ristrutturazione si parla del 30% dei rifiuti prodotti. Attualmente non ci sono criteri comuni nell'Ue per misurare la performance ambientale degli edifici e questo rende difficile per i soggetti coinvolti nel settore dell'edilizia prendere decisioni che prendano in considerazione il fattore 'verde'. La Commissione Ue chiede un parere su quali sono i principali problemi a livello ambientale per il comparto, sui sistemi di valutazione, come stimolare la domanda e come impiegare i materiali da costruzione in maniera più efficiente. (ANSA)

mercoledì 10 luglio 2013

Imu: Letta, impegno a toglierla su prima casa Vogliamo superare attuale regime che ha provocati 'danni' al sistema economico (ANSA)

(ANSA)"L'Imu così com'era non ci sarà più". Enrico Letta, durante la registrazione di Ballarò, ribadisce che l'intento del governo è quello di modificare l'attuale regime, che ha provocato "danni" al sistema economico visto che è stata una "stangata" per l'edilizia. Quando il conduttore Giovanni Floris gli chiede quali sarà il regime per le prime case, il premier risponde: "Sulla prima casa l'impegno sarà a toglierla". Floris cerca di dire qualcosa, e Letta aggiunge: "Così com'era". (ANSA).

Nomisma: nel 2013 mercato immobiliare ancora in calo Le previsioni degli operatori del settore sono 'fosche', -6% complessivo (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - La flessione del mercato immobiliare proseguirà nel corso del 2013, e anche le previsioni degli operatori del settore sono 'fosche'. Lo rileva Nomisma che, presentando a Roma l"Osservatorio sul mercato immobiliaré, riferisce di un calo del 14,2% delle compravendite di abitazioni nelle 13 maggiori città italiane nel primo trimestre dell'anno (-53,8% rispetto ai livelli pre-crisi) e stima per il 2013 un -6% complessivo, al di sotto delle 420mila unità. Un monitoraggio dell'istituto evidenzia che "più del 50% degli intervistati ritiene verosimile un ulteriore calo delle compravendite e quasi il 70% prevede un calo dei prezzi". Nomisma quindi, a fronte della "contrazione del Pil più marcata rispetto alle previsioni di inizio anno", della flessione degli investimenti e della "incertezza e precarietà del quadro macroeconomico" stima un -6% di compravendite per il 2013, accompagnato da un calo superiore al 5% sul fronte dei prezzi. Nel 2014 è prevista una risalita delle compravendite a quota 470mila, e "per il 2015 si dovrebbe superare quota 500mila unità vendute", ma proseguirà "l'andamento deflattivo" dei prezzi seppure "con intensità decrescente".(ANSA).

Fiaip reclama uno stop alla tassazione immobiliare | News Attico.it

Fiaip reclama uno stop alla tassazione immobiliare | News Attico.it

FiaipCancellare l’Imu sulla prima casa per ridare ossigeno alla nostra economia. Così Fiaip.

È necessario evitare lo scontro tra chi chiede l’abolizione dell’imposta e l’abbassamento del costo del lavoro. Fiaip ritiene inopportune le ingerenze del Fondo Monetario Internazionale ed Ocse sui regimi fiscali nazionali. E stigmatizza le raccomandazioni dei funzionari del Fondo Monetario Internazionale, così come quelli dell’Ocse che suggeriscono all’Italia di mantenere l’Imu sulla prima casa.
“È una vera e propria invasione di campo nella politica nazionale. Confidiamo in una drastica riduzione del carico fiscale a partire dall’immobiliare”. Così ha sottolineato il Presidente nazionale Fiaip Paolo Righi a seguito del monito del Fmi che qualche giorno fa ha raccomandato di “mantenere la tassa sulla prima casa per ragioni di equità e di efficienza”.
Per ridare fiato alla nostra economia è necessario evitare lo scontro tra chi chiede l’abolizione dell’Imu e l’abbassamento del costo del lavoro: è una “guerra tra poveri” che giova esclusivamente a chi intende destabilizzare l’economia italiana con ricette che mal si adattano alla struttura economica del nostro Paese.
Sostiene il presidente Fiaip Paolo Righi “Siamo il quarto Paese nell’Eurozona per peso fiscale e la tassazione immobiliare, oltre che abbattersi sull’80 per cento delle famiglie proprietarie di casa, è la più alta in Europa. Confidiamo che il Governo e i suoi ministri sappiano onorare l’impegno preso per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Come Fiaip auspichiamo quindi che la maggioranza sappia trovare una soluzione alle coperture economiche necessarie, attraverso una vera e propria riduzione della spesa pubblica al fine di abbassare il peso delle imposte sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese”.

a cura di Anna Carbone

Il mito dell’investimento sicuro è crollato i fondi immobiliari hanno perso il 75% di Adriano Bonafede - repubblica.it



Il mito dell’investimento sicuro è crollato i fondi immobiliari hanno perso il 75%

A TANTO PUÒ ARRIVARE LO “SCONTO” A CUI DEVE RINUNCIARE CHI VOLESSE USCIRE IN ANTICIPO DA UN SUO INVESTIMENTO. ERRORI DI GESTIONE E ALTI COSTI DI COMMISSIONE SI AGGIUNGONO ALLA CRISI DEL SETTORE. IL RISCHIO CHE LE VALUTAZIONI VADANO ANCORA PIÙ GIÙ. UN MERCATO ORMAI ILLIQUIDO

Adriano Bonafede
Roma “S cusi, avrei bisogno di contanti. Si potrebbe liquidare la mia posizione nel vostro fondo immobiliare? Quanto ho guadagnato finora?”. Il funzionario della banca non sa proprio da dove cominciare. Dirà per prima cosa al suo cliente che è meglio aspettare a vendere, che la funzione dei “fondi del mattone” è quella di un investimento a lungo termine. Non sappiamo come finirà questa conversazione immaginaria ma se il cliente insistesse ad avere i soldi indietro, si potrebbe rendere conto non soltanto di non aver guadagnato nulla in tutti questi anni ma di aver perso fino al 75 per cento del suo capitale! Il mito del mattone, fino a ieri sempre vivo negli italiani, ha portato una serie di banche e di loro controllate società di gestione del risparmio a creare nel corso degli anni 2000 questi strumenti destinati a investire in centri commerciali, uffici, negozi e residenziale. Lo spezzettamento degli investimenti avrebbe garantito una migliore allocazione del risparmio rispetto all’acquisto di un singolo immobile e, grazie alle piccole quote, l’abbassamento della soglia di partecipazione, possibile anche con poche migliaia di euro. Oggi ci sono ben 22 fondi destinati alle famiglie, per un controvalore di circa 2 miliardi di euro, e 23 di esclusivo appannaggio degli investitori istituzionali, ma questi ultimi sono enormemente superiori per volume e valore (circa l’80 per cento del totale). Ma se è assodato che gli investitori istituzionali sappiano bene quel che fanno e dunque
non abbiano bisogno di particolari protezioni, per i semplici risparmiatori la nascita dei fondi immobiliari è avvenuta dopo un lungo iter che ha messo in piedi un complesso apparato di garanzie. La stretta regolamentazione della Banca d’Italia ha permesso di non ripetere le dolorose esperienze dei finanzieri d’assalto degli anni 80, Orazio Bagnasco, Luciano Sgarlata e i fratelli Canavesio. Quei i signori dei titoli «atipici», all’epoca strumenti finanziari nuovi, non regolamentati, che negli anni 80 travolsero decine di migliaia di risparmiatori che avevano creduto nel mattone “a pezzetti”. Però è pur vero che anche l’attuale normativa non ha resistito al vento contrario della recessione, che ha fatto crollare i prezzi, ai suoi difetti intrinseci e alla non sempre brillante gestione. E dire che le garanzie per i risparmiatori erano sembrate di ferro, soprattutto l’obbligo di quotare i fondi in Borsa dopo il primo anno e la certificazione semestrale dei prezzi da parte di certificatori indipendenti. Ma oggi chi volesse vendere le sue quote prima della scadenza avrebbe uno “sconto” sul Nav (net asset value, il valore “certificato” dagli esperti) che va da un minimo del 10 a un massimo del 75 per cento. «Le cause dello sconto sono molteplici – dice Giacomo Morri, senior professor alla Sda Bocconi School of Management - la scarsa liquidità del mercato secondario, le elevate commissioni di alcuni fondi (in particolare i più vecchi), la scarsa fiducia nelle valutazioni e in alcuni casi la scarsa capacità di alcuni gestori». L’irrilevante liquidità del mercato secondario è stata di certo uno degli elementi più importanti nel fallimento di questi strumenti. «Persino parlare di mercato è sbagliato – dice Stefano Cervone, direttore generale di Sorgente, uno degli operatori più attivi nel settore con fondi esclusivamente destinati agli investitori istituzionali – qui il mercato non esiste: in un anno il valore degli scambi è pari al 7-8 per cento del totale, mentre per le azioni è pari a 3-4 volte il totale». La cosa strana è che lo sconto, approssimandosi la scadenza, dovrebbe teoricamente tendere a zero. Se lo sconto sul Nav è pari a 40, basterà aspettare quegli anni che ci separano alla scadenza per avere il controvalore di 100. Ma così non sta accadendo. La maggior parte dei fondi nati nei primi anni 2000 stanno arrivando alla scadenza quindicennale. Il che significa che il mercato non è convinto che quando si venderà si riuscirà a prendere il 100 per cento del valore indicato. Ciò porta, di fatto, a ritenere che le valutazioni non siano considerate realistiche e che, soprattutto, non tengano conto dell’attuale situazione del mercato. La preoccupazione dei gestori è grande: vendere in un periodo di crollo del mercato non sembra un buon viatico al rendimento. «Si spiega così la proposta di Assogestioni – dice Simone Roberti, responsabile dell’ufficio studi italiano di Bnp Paribas Real Estate – di allungare le scadenze ex lege di 2 o 3 anni ». L’esistenza di uno sconto sul Nav così rilevante e l’inizio della crisi hanno di fatto bloccato il mercato: è dal 2007 che non nascono nuovi fondi retail, e qualcuno pensa che questa esperienza andrà a morire. «Forse – dice Cervone - bisognerebbe semplicemente abolire la scadenza, che condiziona e obbliga il gestore a fare gli investimenti di un certo tipo e a non sfruttare pienamente le opportunità che si presentano ». Al di là dei difetti regolamentari e delle auspicate modifiche, rimangono anche gli errori commessi dai gestori. Il primo e più sostanziale è quello di non aver previsto in alcun modo l’andamento di questo ciclo. «In teoria – dice un addetto ai lavori – è possibile chiudere il fondo anche prima della scadenza. Se qualcuno avesse venduto tutto nel 2006 e 2007 avrebbe fatto concludere ai sottoscrittori buoni affari, Ma nessuno ha avuto il coraggio di perdere le laute commissioni di gestione». Ci sono 22 fondi immobiliari destinati alle famiglie e 23 di esclusivo appannaggio degli investitori istituzionali, ma questi ultimi rappresentano l’80% del valore totale A sinistra, Aldo Mazzocco, amministratore delegato di Beni Stabili, che ha tre fondi quotati destinati al retail: Securfondo, Immobilium 2001 e Invest Real Security

tassi usura, il vademecum per scoprire se il tuo mutuo è annullabile (idealista.it)

tassi usura, il vademecum per scoprire se il tuo mutuo è annullabilela sentenza della corte di cassazione nr 350/2013 ha sancito che in caso di applicazione di tassi usurari non solo è possibile recuperare gli interessi pagati, ma anche annullare il contratto di mutuo. confconsumatori ha pubblicato un breve vademecum per offrire una guida ai mutuatari che si chiedono se il principio sancito dalla corte sia applicabile o meno al loro caso
il consumatore per verificare se il proprio contratto di mutuo rientra nella fattispecie sancita dalla corte e sia quindi, eventualmente annullabile, dovrà
1) essere fisicamente in possesso del contratto di mutuo
2) qualora non ne fosse in possesso, chiedere alla propria banca e/o al notaio che ha effettuato il rogito una copia
3) valutare il tasso concretemente e complessivamente applicato dall'istituto di credito o finanziario. per i mutui a tasso variabile con cap e per i finanziamenti confconsumatori consiglia di chiedere già in questa fase la perizia di un ragionere o di un commercialista
4) confrontare il tasso con i tassi soglia stabiliti trimestralmente dalla banca d'italia
5) qualora il tasso complessivamente applicato dalla banca sia superiore al tasso soglia, e quindi la banca pratica usura,  il consumatore dovrà inoltrare una formale diffida all'istituto di credito chiedendo l'applicazione del principio sancito dalla sentenza della corte di cassazione
6) dopo il fallimento di qualsiasi soluzione bonaria alla vicenda, e prima di promuovere qualsiasi giudizio, sarebbe opportuno effettuare una perizia relativa all'intero rapporto per determinare l'entità di quanto dovuto e quanto richiesto

Bowie, Elton John, Iggy Pop, Bee Gees. In vendita il recording studio (immobiliare.it)

Fra la fine degli anni 60 e i 70 la maggior parte delle leggende del Rock sceglievano uno studio di registrazione molto particolare per incidere i loro brani; il castello di Hérouville.
In questo splendido immobile a pochi chilometri da Parigi sono stati registrati successi memorabili come Stayin’ Alive o How Deep is Your Love dei Bee Gees, Low di David Bowie, The Idiot di Iggy Pop, Obscured by clouds dei Pink Floyd e moltissimi altri brani del baronetto del Pop inglese Sir Elton John.
Oggi, dopo una serie di vicissitudini a metà fra la cronaca musicale e quella nera, il castello è in vendita. L’annuncio descrive l’immobile come composto da 30 stanze, un parco di 42.000 acri in cui trovano posto anche una piscina e un campo da tennis.
Costruito nel 1740 dall’architetto Gaudot, il castello fu comprato nel 1962 dal compositore Michael Magne il quale, dopo che un incendio distrusse l’ala sinistra della proprietà, nel 1969 trasformò quella parte del castello in uno studio di registrazione in grado di ospitare per moltissimo tempo tecnici e cantanti, regalando così agli artisti la pace, e la privacy, necessarie per creare capolavori immortali come quelli incisi fra le mura di Château d’Hérouville.
Lo studio chiuse nel 1985, un anno dopo il suicidio di Michael Magne, travolto da problemi legali e finanziari. Come ha recentemente dimostrato un sondaggio di Immobiliare.it, molti sono disposti a pagare addirittura più del prezzo di mercato se l’immobile che vogliono acquistare è stato abitato o comunque frequentato da personaggi famosi.
Con queste premesse, e vista l’indiscutibile bellezza di Château d’Hérouville, facile prevedere che trovare chi sia disposto a pagare 1.730.000 di dollari come chiesto dalla proprietà non sarà difficile.

martedì 9 luglio 2013

Usa: offerta scarsa spinge prezzi case Boom a New York, per ogni appartamento in coda decine persone (ANSA)


(ANSA) - NEW YORK, 9 LUG - Il numero delle case in vendita a New York è decisamente inferiore alla domanda, con l'inventario degli appartamenti di Manhattan ai minimi da almeno 13 anni. Una carenza che si ripercuote sui prezzi: in primavera quello medio per un appartamento a Manhattan era di 1,425 milioni di dollari. Lo riporta il New York Times, sottolineando che nella Grande Mela è scattata la corsa agli acquisti, con decine di persone in coda per ogni appartamento. I privilegiati sono gli acquirenti che comprano in contanti su quelli che devono richiedere un mutuo, un processo lungo che non sempre va a buon fine.(ANSA).

i proprietari di un'abitazione principale all'estero non sfuggono all'ivie (news.idealista)



i proprietari di un'abitazione principale all'estero non sfuggono all'ivie

se tutti parlano dell'imu, quasi nessuno si occupa della sua sorella minore l'ivie, l'imposta che si applica sugli immobili all'estero dei cittadini residenti in italia. e se il governo ha sospeso la tassa sulla prima casa, nulla è stato previsto per gli immobili adibiti ad abitazione principale che si trovano fuori dal territorio nazionale, che dovranno versare quanto dovuto nel 730

agli immobili situati all'estero dei residenti in italia, si applica l'aliquota agevolata dello 0,4% solo nel caso si tratti di soggetti che prestano lavoro "per lo stato italiano, per una sua suddivisione politica o amministratica o per un suo ente locale e per le persone fisiche che lavorano all'estero presso organizzazioni internazionali cui aderisce l'italia". in tutti gli altri casi si applica l'aliquota ordinaria dello 0,76%

se l'immobile si trova nei paesi dell'ue o dello spazio economico europeo, la base imponibile si calcola facendo riferimento al valore catastale, come determinato e rivalutato nel paese in cui l'immobile è situato. negli altri paesi, la base imponibile fa riferimento al costo risultante dall'atto di acquisto o dai contratti o, in sua mancanza, si utilizza il valore di mercato rilevabile al termine di ogni anno solare nel luogo in cui si trova l'immobile. per gli immobili che vengono acquisiti per successione o donazione, il valore è quello dichiarato nella dichiarazione di successione o nell'atto di registro

per l'ivie prima casa valgono le stesse agevolazioni previste per l'imu, ovvero, le detrazioni di 200 euro e di 50 euro per ogni figlio fino ai 26 anni. è previsto inoltre il diritto a dedurre dall'ivie l'imposta patrimoniale pagata all'estero per evitare la doppia tassazione

Mercato #immobiliare. Indagine Tecnoborsa



Secondo quanto emerso dal Sondaggio Congiunturale Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate sul mercato delle abitazioni in Italia, nel I trimestre del 2013 il mercato immobiliare è rimasto debole. La maggior parte degli agenti segnala una flessione delle quotazioni all’inizio dell’anno, lo stock di incarichi a vendere è cresciuto e continua a diminuire la quota del valore dell’immobile finanziata tramite l’accensione di un mutuo. Invece, sul mercato delle locazioni prevalgono le indicazioni di un calo dei canoni. In prospettiva, le aspettative a breve degli operatori, pur se ancora orientate al pessimismo, hanno registrato un miglioramento rispetto all’inchiesta di gennaio, sia in relazione al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale. Infine, a medio termine, (due anni), prevalgono giudizi di miglioramento del mercato nazionale.

In base a quanto reso noto dall’Istat nel IV trimestre 2012 sono state174.599 le convenzioni notarili per trasferimenti di proprietà di unità immobiliari (-25,7% rispetto allo stesso periodo del 2011). Sia le convenzioni notarili relative ai passaggi di proprietà di immobili ad uso abitazione ed accessori sia quelle che riguardano le unità immobiliari ad uso economico registrano variazioni tendenziali negative (rispettivamente -26,4% e -16,6%). Il 92,2% delle convenzioni rogate ha riguardato trasferimenti di proprietà di immobili per abitazione (161.007), il 6,9% unità immobiliari ad uso economico (12.073) e lo 0,9% (1.519) unità immobiliari ad uso speciale e multiproprietà. Le convenzioni per trasferimenti di proprietà immobiliari registrano flessioni tendenziali in tutte le ripartizioni geografiche con picchi sopra la media nel Centro (-27,5%) per le unità ad uso abitazione e accessori e nelle Isole (-34,5%) per le unità immobiliari ad uso economico. 

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulate con banche o soggetti diversi dalle banche (69.369) confermano una variazione tendenziale negativa (-30,6%) in linea con i primi tre trimestri, chiudendo l'anno con una netta flessione sul 2011 del 37,4%. L'anno 2012 si è chiuso con un numero complessivo di convenzioni per trasferimenti di proprietà immobiliare pari a 632.117, in caduta del 22,6% rispetto alle convenzioni rogate nel 2011 e del 43,2% rispetto al 2006 (considerato l'anno spartiacque per la tenuta complessiva del mercato immobiliare rilevata dalle statistiche di fonte notarile). Le convenzioni di compravendita di unità immobiliari ad uso abitazione e accessori (587.330) sono diminuite del 22,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e quelle di unità immobiliari ad uso economico (39.654) del 19,7%.

Nel complesso, il 2012 ha registrato una flessione tendenziale in tutte leripartizioni geografiche; le Isole, in particolare, mostrano sia per il settore dell'abitativo e accessori (-24,5%), che per quello economico (-30,6%), i decrementi più consistenti. Rispetto al 2006, le convenzioni notarili per i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare sono diminuite del 54,7% e sono state in particolare le Isole (-46,9%) e il Sud (-40,5%) a registrare una maggiore contrazione dei finanziamenti.

Secondo quanto rilevato Agenzia delle Entrate e dall’Abi nel corso dell’anno passato, per il mercato delle abitazioni si sono registrati, in ordine: una forte riduzione nei volumi di compravendita delle abitazioni, 448.364 NTN (numero delle transazioni normalizzato), -25,7% rispetto al 2011, con un calo inferiore per i capoluoghi, -24,8%, maggiore nei comuni non capoluogo, -26,1%; una vendita di abitazioni per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadrati, -25,4% rispetto al 2011, con una superficie media per unità abitativa compravenduta pari a circa 104 mq; una forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi di euro, quasi 27 miliardi di euro in meno del 2011; una perdita complessiva delle compravendite del 22,4% rispetto al 2011, nelle otto principali città italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze. In pratica, per le grandi città il valore di scambio stimato delle abitazioni è pari a circa 19,5 miliardi di euro, con una perdita di 5,7 miliardi di euro, -22,5%, rispetto al 2011.
Anche per il mercato immobiliare non residenziale il 2012 si è concluso con segno negativo, in base hai dati pubblicati dall’Agenzia delle Entratein collaborazione con Assilea. Sono 46.925 le unità immobiliari a destinazione terziaria, commerciale e produttiva scambiate lo scorso anno, con un calo del 24% rispetto all’anno precedente. In particolare, il terziario ha registrato una perdita delle transazioni del 26,1% rispetto al 2011, il commerciale del 24,5% e il settore produttivo del 19,7%. Il dato è in linea con quello relativo al settore residenziale che, nel 2012, ha registrato un -26% di compravendite rispetto al 2011. Nel 2012, in tutte le aree territoriali, per uffici e negozi si è verificata una flessione delle compravendite di oltre il 20%. I capannoni mostrano, invece, cali meno significativi, soprattutto nelle Isole (-1,7%). In discesa, nel 2012, anche le quotazioni medie, che risultano in calo sia per i negozi (-2,1%), sia per gli uffici (-1,6%), sia per i capannoni (-0,9%). Nel 2012, la stima del valore di scambio per le tipologie uffici, negozi e capannoni ammonta complessivamente a circa 14,5 miliardi di euro, circa 4,4 miliardi di euro in meno rispetto al 2011 (quando si attestava su 18,9 miliardi di euro). Rispetto al 2008, anno di riferimento della prima stima, il calo del fatturato del non residenziale supera il 40%, con oltre 10 miliardi di euro di valore in meno (25,4 miliardi di euro stimati nel 2008). Il settore del leasing immobiliare ha conosciuto nell’ultimo quinquennio una contrazione ancora più pesante rispetto alla flessione del numero delle compravendite non residenziali. Contrariamente a quanto sta avvenendo nel settore strumentale (+2,6%), nel I quadrimestre 2013 il numero dei contratti di leasing immobiliare (costruito e da costruire), continua a decrementare del 17,7%. Tenuto conto che il leasing rappresenta lo strumento ‘principe’ del finanziamento manifatturiero e - in particolare - per le piccole e medie imprese (il 75,4% del portafoglio leasing è rappresentato da Pmi), il sistema delle società di leasing intende presentare al Governo - di concerto con Confindustria - alcune proposte semplici e concrete per far ripartire, attraverso questo strumento, l’economia produttiva del nostro Paese.
L’analisi della domanda a maggio 2013 effettuata da Tecnocasa evidenzia che nelle grandi città italiane la tipologia più richiesta è il trilocale, che raccoglie il 35,7% delle preferenze. A seguire, il bilocale con il 30,2%, il quattro locali con il 21,9% e, infine, il cinque locali con l’8,4%. L’analisi della disponibilità di spesa nelle grandi città, realizzata a maggio 2013, evidenzia che la maggioranza delle richieste si concentra nella fascia compresa tra 170 e 249 mila euro (24,2%), a seguire la fascia tra 120 e 169 mila euro (21,8%) e quella fra 250 e 349 mila euro (19,4%).
Secondo le rilevazioni di Idealista.it a maggio si sono moltiplicati gli sconti operati dai proprietari che hanno un immobile in vendita sul portale, +37% rispetto a inizio anno lo stock d'invenduto, nuovi immobili con sconto si cumulano ai vecchi e fanno esplodere l'offerta con ribassi in salita al 4,5% rispetto a un totale di 288.505 immobili e, per la prima volta dal 2008, lo sconto medio in valore assoluto supera i 23 mila euro, mentre si mantiene stabile sotto l’8% la percentuale di sconto per coloro che, con il perdurare della recessione, iniziano ad avere necessità di vendere e si mostrano più elastici per assicurarsi i clienti migliori.
Casa.it ha elaborato la prima nota congiunturale sul mercato residenziale italiano del 2013 e un nuovo indicatore Kmp per valutare l’andamento dei valori delle abitazioni sul mercato italiano. Rispetto a fine 2012 i prezzi di vendita sono in calo (-1,3%), l’offerta in crescita (+4,5%) e la domanda debole (-0,8%). La forbice tra i prezzi di domanda e offerta è del 18,5%. Inoltre, nel Centro e nel Sud Italia la domanda è positiva solo per alcuni tagli di appartamenti, mentre nel Nord continua la fase negativa. Infine, nelle principali città italiane il calo medio dei prezzi rispetto ai massimi del 2007 ha toccato i 20 punti percentuali.

Timori per il boom immobiliare in Canada A cura di Rocki Gialanella - fondionline.it




La forza del mercato del lavoro e la facilita’ nella concessione di crediti hanno sostenuto la crescita delle quotazioni fino a livelli considerati allarmanti 

Il boom del settore immobiliare a Toronto, trasformatasi nella seconda città nordamericana per numero di torri residenziali dopo New York, fa si che molti temano che questo mercato si stia approssimando ad un grande collasso. A metà giugno, il premio Nobel per l’economia Paul Krugman avvertiva nel suo blog di essere preoccupato per la situazione economica del Canada, il paese occidentale che meglio è riuscito a fronteggiare la crisi negli ultimi anni. Secondo i dati a disposizione di Krugman, anche se il sistema bancario canadese ha scansato la crisi finanziaria mondiale, ci sono alcuni indicatori che mostrano un andamento preoccupante.

I prezzi delle abitazioni nel paese, ed in particolare nell’area di Toronto, hanno sperimentato un incremento sensibile negli ultimi anni, e attualmente sono su livelli superiori a quelli registrati negli Stati Uniti al momento dello scoppio della crisi finanziaria. Inoltre, il rapporto tra debiti e redditi delle famiglie canadesi ha superato quello di Usa, Regno Unito ed Eurozona. Krugman sostiene che se ipotizziamo sia corretta l’analisi della situazione sganciata dallo stato di salute delle banche, il Canada dovrebbe essere vulnerabile ad uno scossone da deleveraging (riduzione dei livelli di debito). Il premio Nobel non è l’unico ad essere preoccupato. A marzo, Moody’s Investors Service ha comunicato in un report che, come previsto per Australia, Spagna e Regno Unito, le stime indicano l’arrivo di un periodo di ridimensionamento delle quotazioni immobiliari dovuto alla deviazione dei prezzi attuali rispetto ai fondamentali storici.

Fino a questo momento, mentre a sud del confine con gli Usa la crisi ha liquidato in pochi mesi di crisi i rialzi delle quotazioni accumulati nel corso di alcuni anni, il Canada ha sofferto solo una piccola contrazione durata pochi mesi. Gli esperti hanno più volte sostenuto che la continua ascesa del prezzo delle abitazioni in Canada, in un periodo in cui il resto del mondo faceva i conti con correzioni di diversa magnitudine, è dovuta alla forza del mercato del lavoro e alle politiche monetarie espansive introdotte per minimizzare gli effetti della crisi. Gli ultimi dati fotografano il tasso di disoccupazione al 7,1%, livelli similari a quelli visti nel 2008.

Allo stesso tempo, la Bank of Canada mantiene da qualche anno i tassi d’interesse all’1%, consentendo ai canadesi di accedere al mercato del credito a condizioni favorevoli. Questa variabile spiega perché il ratio debito dei nuclei familiari canadesi/Pil abbia raggiunto il 161,8%, prossimo al ratio record del 162,8% toccato alla fine del 2012. Questo significa che per ogni dollaro che entra, una famiglia ne deve in media 1,61. Il termine più utilizzato dai canadesi per descrivere la situazione dei mercati immobiliari di Toronto, Calgary o Vancouver è ‘pazzia’. In particolare a Toronto, la città più popolosa del Canada e motore finanziario del paese, in cui è facile vedere la magnitudine dell’impennata delle quotazioni. I prezzi sono cresciuti del 25% dall’inizio della crisi (2008).

Molti credono che la situazione dei principali centri urbani canadesi non possa essere paragonata a quella verificatasi negli Stati Uniti, in Spagna o in altri paesi europei. Il punto di forza del mercato canadese sarebbe il flusso di immigranti, che porta tra gli 80.000 e i 100.000 nuovi abitanti all’anno nella sola area metropolitana di Toronto. Nonostante ciò, gli osservatori più preoccupati si chiedono come faranno questi nuovi arrivati a basso reddito a sostenere un mercato residenziale che offre appartamenti di 80 mq a 500.000 dollari canadesi.

USA, rimbalzo immobili beneficia altri settori economia a cura di Stefania Basso - fondionline.it




Aumentano in modo sostenuto le vendite dei beni di consumo durevoli. Commento di Joseph G. Carson, US Economist e Director—Global Economic Research di Alliance Bernstein

La ripresa del mercato immobiliare è un elemento fondamentale della crescita economica. Questo perché il settore immobiliare dà impulso al settore dell'edilizia, crea occupazione e genera un aumento di benessere e fiducia, con conseguenze positive sulle spese per i consumi in generale.

Nella prima metà del 2013 il mercato immobiliare americano ha goduto di una ripresa significativa dopo diversi anni di stagnazione per lo scoppio della crisi dei mutui subprime nel 2007. Il rimbalzo è appena iniziato e l'economia americana ne trarrà beneficio. I nuovi dati sulle costruzioni da inizio anno rivelano che la ripresa del mercato immobiliare americano è in linea con le previsioni degli esperti di Alliance Bernstein. Le nuove case, che comprendono le unità unifamiliari e multifamiliari, sono state pari a 940.000 (dato annualizzato nella prima metà dell'anno), in rialzo di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Alliance Bernstein prevede un incremento del 26% (pari a 990.000 unità) nel 2013.

I prezzi delle case stanno aumentando. Gli indicatori dei prezzi delle case, come Case-Shiller, CoreLogic e NAR, indicano un aumento dei prezzi delle case a livello nazionale di circa il 10% - 12% nella prima metà del 2013, più del doppio rispetto alla stima del consenso per tutto il 2013.

La presente ripresa dei prezzi delle case è differente rispetto a quella del passato. Tutti i precedenti cicli dei prezzi delle case – in particolare il ciclo veloce dal 2002 al 2006 - sono stati guidati da un solido aumento delle vendite o della domanda e da un forte incremento del debito. Oggi invece il fattore chiave del recente rimbalzo dei prezzi è il numero ridotto di vendite di immobili pignorati e livelli di scorte bassi.

A maggio NAR ha stimato che le vendite di immobili pignorati sono state pari al 18% delle vendite totali, il livello più basso dall'inizio delle rilevazioni di NAR nel 2008. Le vendite di immobili pignorati sono scontate. Questo significa che un numero inferiore di case pignorate sul mercato fa aumentare il prezzo medio. Il fattore più importante dell'aumento dei prezzi delle case quest'anno è stato il livello più contenuto delle scorte. Secondo NAR il livello delle scorte di case esistenti nella prima metà del 2013 è sceso al di sotto di 2 milioni di unità, meno della metà rispetto alle scorte del mercato durante il picco immobiliare del 2007. Le scorte basse sono un fattore importante dell'aumento dei prezzi. Con l'aumento della domanda e le scorte limitate i prezzi rimbalzano.

Non c'è stato tuttavia un aumento dei mutui. I mutui delle famiglie continuano a scendere, secondo i dati forniti dalla Federal Reserve. Gli acquisti con denaro contante sono aumentati ma una ripresa immobiliare è autosostenibile se aumentano i prestiti delle banche. Sarà la prossima fase della ripresa perchè l'aumento dei prezzi delle case genera una maggiore richiesta di prestito delle famiglie e un incremento dell'attività dei prestiti delle banche.

La ripresa immobiliare beneficia altri settori dell'economia, in particolare i beni di consumo durevoli. Le vendite di veicoli leggeri a giugno sono aumentate a 15,96 milioni di unità a livello annualizzato, il tasso più elevato da dicembre 2007. La vendita robusta dei veicoli pesanti – che rappresenta oltre il 50% delle vendite totali ed è fortemente legata ai mercati delle costruzioni – è la prova tangibile dell'impatto positivo della ripresa del mercato immobiliare sulla crescita economica americana.

lunedì 8 luglio 2013

La roadmap di Zanonato, ridurre Imu prima casa e immobili aziende (AGI)



(AGI) - Roma, 8 lug. - Ridurre l'Imu sulla prima casa delle famiglie e sulle imprese. Il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ritorna sul tema che divide il governo.
  Bisogna "evitare l'incremento di un punto Iva e ridurre l'Imu sulla prima casa delle famiglie, sugli immobili strumentali delle aziende, sui capannoni la 'prima casa' delle aziende", ribadisce e avverte: e' necessario "togliere la pressione fiscale dove l'effetto moltiplicatore e' il massimo". Piu' in generale sulla crisi Zanonato ritiene che "si vedono i primi segnali incoraggianti di ripresa per il Paese e le imprese in qualche recupero della produzione, anche se bisogna intensificare piu' sforzi per aumentare la crescita". "La nostra economia - aggiunge - e' giunta ad un punto delicato da cui ogni ulteriore scivolamento metterebbe in serio repentaglio il nostro benessere e la tenuta sociale del tessuto del nostro Paese". Per il ministro bisogna superare "la monocultura del rigore, quando non e' associata ad altro".
  Intanto il presidente degli industriali Giorgio Squinzi ha invitato a cena per domani sera i vertici del Parlamento.
  L'incontro tra Squinzi, i presidenti di Camera e Senato e i presidenti delle Commissioni, si terra' presso la foresteria di Confindustria in via Veneto a Roma. "Incontreremo i presidenti anche per far passare i messaggi della nostra visione su tutte le situazioni, sono tantissime, che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi", spiega Squinzi. "Sara' un dialogo, - aggiunge - come e' noto la mia e' una Confindustria che dialoga, che ne' urla, ne' impone. Noi vogliamo dialogare".
  Il numero uno degli industriali sottolinea poi che "aggrapparsi a un precario presente in attesa del ritorno del passato e' un comportamento suicida". Rivolgendosi alla platea degli imprenditori torinesi Squinzi parla della necessita' di "un cambio di passo e di cultura se non si vuole rischiare di essere estromessi dalla competizione economica internazionale".
  "In questi due mesi del Governo Letta alcuni risultati, anche se ancora timidi, li abbiamo visti e apprezzati. Il decreto del fare, il provvedimento sul lavoro, la semplificazione, la nuova Sabatini sono buoni segnali. Non risolutivi, da incoraggiare". Squinzi infine riconosce al Governo Letta che "in questi due mesi alcuni risultati, anche se ancora timidi, li abbiamo visti e apprezzati. Il decreto del fare, il provvedimento sul lavoro, la semplificazione, la nuova Sabatini sono buoni segnali. Non risolutivi, da incoraggiare".
  "Occorre ora - aggiunge - uno scatto di orgoglio e di proposta.
  Crediamo che il semestre europeo italiano, nel 2014, debba essere consacrato all'obiettivo di ritrovare il 20% del Pil prodotto dall'industria".

Immobili pubblici: il piano per venderli e per abbattere il debito di Andrea Telara - panorama


Un piano molto articolato, che ha obiettivo ambizioso: raccogliere più di 200 miliardi di euro da utilizzare per la riduzione del debito pubblico. Sono queste, in sintesi le caratteristiche del programma di dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dello stato, che oggi alcune forze politiche (e in particolare il Pdl) vorrebbero mettere in cantiere in tempi relativamente brevi, cioè entro il 2015.

Già il governo Monti si è mosso in questa direzione, con un piano redattodall'ex-ministro dell'Economia, Vittorio Grilli , che è ormai giunto ai nastri di partenza. In particolare, Grilli ha creato nella scorsa legislatura unaSgr (società di gestione del risparmio) che amministrerà un fondo immobiliare costituto interamente da edifici, fabbricati e terreni di proprietà pubblica, individuati dal Tesoro (e poi conferiti al fondo stesso nei prossimi anni) per un valore di circa 15-20 miliardi ogni 12 mesi. Con questa operazione, che prevede la vendita sul mercato delle quote del fondo, lo stato ha intenzione di ricavare una somma di circa 100 miliardi in 5 anni, da destinare appunto alla riduzione dell'indebitamento.
Ora, però, c'è chi vuole andare ben oltre l'obiettivo fissato daGrilli. Lo scopo è di rastrellare altri 210-230 miliardi di euro, valorizzando quegli immobili pubblici che, nel breve periodo, sono difficilmente alienabili, perché hanno bisogno di una ristrutturazione o di un cambiamento nella destinazione d'uso. Si tratta di un'operazione che ha come regista il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta e che finora non ha incontrato particolari opposizioni, né all'interno della maggioranza che sostiene il governo Letta, né all'interno dell'esecutivo (anche se si parla di un forte scetticismo del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni e degli alti funzionari del Tesoro).
In pratica, in base ai progetti del Pdl, è prevista la creazione una sorta di “società-veicolo” in cui saranno conferiti beni patrimoniali e attività dello stato. Le quote di questa nuova entità, che è un soggetto di diritto privato, saranno poi acquistate in buona parte da investitori qualificati come le banche, le fondazioni o le compagnie assicurative. Il corrispettivo della vendita servirà al Tesoro per ridurre il debito pubblico mentre la costituenda società potrà emettere obbligazioni sul mercato a media e lunga scadenza (15 o 20 anni), garantite dagli stessi beni immobili conferiti dal governo. Si tratterebbe di titoli rappresentativi di un debito che, essendo collocati da un soggetto di diritto privato, uscirebbero così dal perimetro della contabilità nazionale (cioè non verrebbero più conteggiati tra l'indebitamento della pubblica amministrazione).
LE RISORSE A DISPOSIZIONE
Prima della scadenza del prestito obbligazionario, la nuova società avrebbe il compito di valorizzare i propri asset, cioè gli immobili ricevuti come conferimento, cercando di metterli a reddito e renderli più appetibili per gli investitori. E' proprio da quest'ultimo punto che dipenderà in gran parte il successo o il fallimento dell'operazione di abbattimento del debito pubblico. Le risorse per attuare il progetto, almeno sulla carta, ci sono tutte . A dirlo, un paio di anni fa, è stato uno studio elaborato dal dai tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze, secondo i quali il valore complessivo dei fabbricati e dei terreni ancora in mano pubblica ammonta a ben 368 miliardi di euro. Anche sottraendo i 100 miliardi da destinare al piano del ministro Grilli, rimarrebbero a disposizione oltre 260 miliardi: un tesoretto non da poco, che darebbe un bel colpo al debito italiano.
Non manca, però, l'altra faccia della medaglia. Secondo le stime del ministero, infatti, lo stato centrale possiede direttamente soltanto il 20% degli immobili censiti, per un valore di poco superiore a 72 miliardi. Altri 11 miliardi sono invece di proprietà delle regioni, 29 miliardi delle province, 25 miliardi delle Asl e 10 miliardi delle università. La quota maggiore spetta invece ai Comuni che, sempre secondo i tecnici ministeriali, detengono ben 227 miliardi di euro di immobili pubblici. C'è dunque il rischio che sorga una lunga sfilza di conflitti tra le amministrazioni dello stato perché gli enti locali (e in particolare i municipi, che hanno in mano l'urbanistica delle città) difficilmente si faranno portar via un bel pezzo del loro patrimonio, senza fare ostruzionismo.