lunedì 4 novembre 2013

I «top spender» dell'immobiliare arrivano soprattutto da Cina, Singapore e Russia di Adriano Lovera - Il Sole 24 Ore

Arrivano soprattutto da Cina, Singapore e Russia. Sono i "top spender" mondiali del residenziale, cioè gli investitori che puntano al segmento "prime", i progetti più moderni, costosi, ma anche passibili di ottimi rendimenti e rivalutazione del prezzo. Ne ha tracciato il profilo Knight Frank nell'ultimo report «Global development insight», che rivaluta anche la posizione degli italiani. Nonostante la crisi, siamo secondi in Europa, dietro solo agli inglesi.
I soldi che piovono sull'immobiliare mondiale provengono, oggi, soprattutto da Oriente. In Cina, con lo yuan forte e un'economia in rallentamento, chi può permetterselo diversifica in giro per il mondo. Nei prossimi dieci anni il numero di cinesi con un'alta capacità di spesa (high net worth individual) crescerà del 137 per cento. Vanno sul sicuro con acquisti concentrati su New York e Londra, ma hanno allargato gli orizzonti, tanto che sono cinesi gli acquirenti più numerosi di Sydney e Hong Kong. Dopo di loro ci sono russi e abitanti di Singapore, che precedono statunitensi e inglesi. E nel prossimo futuro il panorama si arricchirà di chi proviene dall'America Latina.
Le grandi capitali mondiali restano tra gli obiettivi preferiti. Tra il secondo trimestre 2012 e lo stesso periodo di quest'anno, le valutazioni sono schizzate del 20% a Dubai, del 17% a Shanghai, del 14% a New York e Tokyo, del 12% a Bangkok e tra il 6% e l'8% a Londra, Monaco, Sydney e Nairobi.
La maggior parte degli intervistati nel report ammette che il primo motore della scelta è parcheggiare il denaro in "porti sicuri", lontani dalla turbolenze dell'economia. Luoghi come Monaco, Dubai e New York rispondono a questa esigenza. Ma a incidere sulle destinazioni degli acquisti giocano un ruolo importante le decisioni dei governi. Un fronte su cui il mondo è spaccato in due, con l'Europa meridionale, più la Turchia, impegnate a più non posso ad attirare capitali. L'Asia, invece, che stringe le maglie contro l'arrivo dei capitali stranieri, per evitare bolle speculative.
In Spagna il governo sta preparando un provvedimento, battezzato «Golden visa», che assegnerebbe automaticamente la residenza a chiunque investa nel real estate almeno 500mila euro. In Grecia, invece, i prezzi si sono sgonfiati del 31 per cento. Così, già da maggio di quest'anno, chi spende almeno 250mila euro in immobili ottiene subito un permesso di soggiorno di 5 anni per sé e per la famiglia. Una norma simile a quella greca è in vigore in Portogallo, cui si aggiunge l'esenzione dalle tasse per dieci anni per i nuovi residenti dall'estero. In Turchia, già dal 2012, il governo ha allargato a 183 (dalle precedenti 89) le nazionalità straniere cui è permesso acquistare immobili senza restrizioni. Anche a questo è dovuto il surriscaldamento del mercato a Istanbul. Si muove anche la Francia di Hollande, che sta pensando di abbassare da 30 a 22 anni il periodo dopo il quale si può rivendere una seconda casa senza pagare un'extra imposta sui capital gain.
Tutto l'opposto di quanto avviene in Asia. In Cina è sostanzialmente impossibile acquistare immobili dall'estero come investimento, ma solo se legati a permessi di lavoro. Anche in India, divieto assoluto di acquisto per stranieri non residenti. In Thailandia si può essere proprietari al massimo al 49% di un nuovo progetto di costruzione.

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