mercoledì 4 settembre 2013

Previsioni del mercato immobiliare di Nicoletta Gandolfi - quotidiano.net

L'ammodernamento del patrimonio immobiliare esistente, in maniera ecosostenibile e senza ulteriore consumo del suolo potrebbe essere la via italiana per la ripresa dell'attività edilizia.

Sembra che ci sia una luce in fondo al tunnel.

Una ripresa attesa dopo un anno difficilissimo. Secondo le elaborazioni presentate, il fatturato del mercato immobiliare ha subito un calo del 27,2%, bruciando quasi 33 miliardi di euro. Rispetto al 2006, anno in cui il calo è stato del 45,5%, pari cioè a un decremento in valore assoluto di 73 miliardi.

Per invertire la rotta è necessaria soprattutto una politica economica di valorizzazione. Una politica che possa anticipare, se non accompagnare e favorire l'attesa di una ripresa del mercato, che sembra non lontana.

Secondo indagini di mercato condotte presso gli operatori del settore, il mercato si manterrà difficile almeno per gran parte del 2013 per poi iniziare ad evolvere positivamente nell'ultima parte dell'anno e soprattutto nel 2014, sostenuto anche da una domanda abitativa che si evidenzia ancora elevata.

L'aspettativa di una ripresa pur se su diverse basi che in passato, si fonda soprattutto sui segnali macroeconomici positivi che provengono dall'estero, in particolare dagli Usa, dove al migliorato andamento dell'economia si accompagna anche quello del mercato immobiliare che sembra aver imboccato decisamente la via della ripresa.

Gli analisti dicono comunque che l'entità che tale ripresa potrà effettivamente avere in Italia dipenderà però non solo dall'evoluzione macro e microeconomica a livello globale, ma anche dalle politiche che saranno adottate con riferimento al mercato domestico.

Ed è qui che serve appunto una politica di interventi ed incentivi variamente declinata.

Gli esperti puntano sul tema delle gestioni, valorizzazioni e privatizzazioni dei patrimoni immobiliari pubblici, annunciate ma mai entrate nel vivo.

Perché? La risposta è che fra gli operatori è diffusa la valutazione che esse si sono sin qui scontrate con procedure estremamente complesse, con volontà politiche quanto meno tentennanti e con la mancata consultazione preventiva degli operatori immobiliari, così come avviene nelle migliori pratiche internazionali.

Serve anche una chiara volontà di ammodernare, principalmente dal punto di vista energetico e funzionale, gli stock immobiliari esistenti impiegando l'impressionante apparato produttivo italiano operante nel settore immobiliare - edile dando lavoro alle migliaia di piccole e medie imprese capaci di lavorare sulla ristrutturazione degli immobili.

A livello nazionale si ipotizza per il 2013 sia una discesa dei prezzi compresa tra -6% e -4% che delle compravendite attorno a 410.000 unità.

Nelle grandi metropoli ci si aspetta una tenuta delle aree centrali, mentre è più difficile che questo accada nelle zone con immobili di qualità bassa, come certe zone popolari e periferiche.

Si ritiene che la prima parte del 2013 possa essere ancora caratterizzata da incertezze e timori che rallenteranno le dinamiche di mercato; nella seconda parte del 2013 potrebbero esserci dei segnali di miglioramento soprattutto se l’economia italiana darà segnali positivi e se i venditori, in particolare coloro che sono ancorati ad una visione di mercato che non è più quella attuale, inizieranno a ribassare i prezzi.

Occorre però precisare che in questo scenario si aprono delle opportunità di acquisto: il calo delle quotazioni che si è avuto nel 2012 e quello che ci sarà nel 2013 consentiranno a coloro che hanno il capitale, o che potranno ottenere un mutuo, un acquisto a prezzi molto vantaggiosi. E questo vale sia per chi acquista la prima casa sia per chi dovrà fare un acquisto migliorativo.

Segnali quindi positivi che danno respiro e spinta ad un settore fondamentale per l’economia nazionale.

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