domenica 28 aprile 2013

Al cartello «Vendesi» abusivo tocca una multa salata di Michela Finizio - il Sole 24 Ore


Sono anni che la normativa per l'affissione dei cartelli «Vendesi» prevede multe salate e, ancora oggi, numerosi agenti immobiliari incorrono in sanzioni. A gennaio 2012, inoltre, si è aggiunto l'obbligo di riportare l'indice di prestazione energetica (Ipe) sugli annunci di vendita, affissi su facciate o cancelli di edifici in città. Fimaa Milano ha raccolto i casi più frequenti e, al fianco dei suoi associati, li assiste nelle controversie cercando di conciliare.
«Ognuno interpreta la normativa sul territorio - afferma Beatrice Zanolini di Fimaa Milano - e, nel caso di alcuni ufficiali zelanti, alcune multe erogate sono state un po' inopportune. Si arriva fino a 3mila o 4mila euro per cartello. Abbiamo raccolto alcune casistiche, per informare meglio le nostre agenzie immobiliari. In alcuni casi abbiamo anche fatto dei ricorsi e ottenuto delle cancellazioni». Le multe più frequenti sui cartelli «Vendesi», secondo Fimaa Milano, sono quelle per violazione del codice della strada. Non troppo tempo fa, in provincia di Milano, è stato sanzionato un cartello perché affisso su un cancello in prossimità di un incrocio, che avrebbe potuto distrarre i conducenti delle automobili. La multa di 600 euro faceva riferimento all'articolo 23 del Codice che vieta ogni tipo di pubblicità che «per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l'efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l'attenzione».
Lo stesso articolo sottopone l'affissione di mezzi pubblicitari visibile dalle strade «ad autorizzazione da parte dell'ente proprietario della strada nel rispetto delle presenti norme. Nell'interno dei centri abitati la competenza è dei comuni, salvo il preventivo nulla osta tecnico dell'ente proprietario se la strada è statale, regionale o provinciale». Nel caso, dunque, in cui si trovi all'interno di un centro abitato la normativa dipende da Comune a Comune, in base al Regolamento affissioni locale. Per le strade del Comune di Bologna, ad esempio, non è necessaria l'autorizzazione se gli avvisi sono entro il quarto di metro quadro (quindi non più grandi di un foglio A4 circa) e posti sull'immobile di riferimento. Il regolamento del capoluogo lombardo non differisce molto da quello emiliano, ma sul territorio ognuno fa da sé.
L'indicazione delle dimensioni ritorna anche nella normativa sull'imposta di pubblicità. Il Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n.507, che impone il pagamento di un'imposta comunale per le affissioni pubblicitarie anche su proprietà privata, all'articolo 17 comma 1 lettera b), stabilisce la stessa esenzione: «Gli avvisi al pubblico (...) riguardanti la locazione o la compravendita degli immobili sui quali siano affissi, di superficie non superiore ad un quarto di metro quadrato». I cartelli «Vendesi» con queste caratteristiche, dunque, devono essere affissi sull'immobile oggetto dell'avviso: da qui le diciture «in questo stabile» o «in questo immobile», presenti nella maggior parte degli annunci
Anche se affissi da agenzie immobiliari, i cartelli sono soggetti alle stesse regole, ma in più l'agenzia deve poter dimostrare, su richiesta delle autorità, l'avvenuta procura da parte del cliente e gli avvisi non devono essere finalizzati a promuovere il marchio dell'agenzia, altrimenti è necessaria l'autorizzazione e il pagamento dell'imposta di pubblicità. Tanto più sulle stesse vetrine dell'agenzia, ma anche in questo caso possono intervenire i regolamenti comunali: Bologna, ad esempio, ha esonerato dal pagamento dell'imposta le vetrine di annunci che non contengono il marchio e il recapito della agenzia, ma solo la descrizione dell'immobile, considerando i cartelli senza logo una "esposizione di un prodotto" e non una pubblicità aziendale. In altri Comuni, invece, l'agenzia deve pagare un tributo all'ufficio pubblicità in base alla superficie espositiva della vetrina.
Allo stesso modo ci sono enti locali che chiedono di essere informati per l'affissione di ogni singolo cartello, indipendentemente dalle dimensioni; altri che non entrano nel dettaglio, lasciando libertà interpretativa agli agenti di polizia sul posto. Così che, racconta Fimaa Milano, si incontra pure l'ufficiale dell'Amsa che ritiene l'affissione «imbrattamento dei muri».
In questo scenario, da più di un anno si è inserita la norma sull'obbligo di indicare la classe energetica e l'Ipe dell'immobile: anche in questo caso le Regioni hanno deliberato ciascuna per conto proprio, ma nonostante dietro tanti cartelli possa nascondersi un'autodichiarazione in classe G, sono ancora pochi quelli multati per questo motivo. «Qualche sanzione è arrivata in zone provinciali - aggiunge Beatrice Zanolini - magari dove è più facile avere la presenza degli organi di controllo sul territorio. Ma riceviamo molte più chiamate di chiarimento dagli uffici comunali, che chiedono a noi se tale cartello è sanzionabile o no. Insomma, la circolare non è chiara, ci sono stati degli esoneri e la confusione è un deterrente per i controlli».

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